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Amicus est tamquam alter idem - un amico è, per così dire, un altro se stesso - PILLOLA 3

 

Cloridano e Medoro

.. SI PREOCCUPA PER NOI

 

“E getta l’arco, e tutto pien di rabbia

tra gli nimici il ferro intorno gira,

più per morir, che per pensier ch’egli abbia

di far vendetta che pareggi l’ira.”

 

    Chiaramente ispirato a quello di Eurialo e Niso è l’episodio dell’Orlando furioso dell’Ariosto, il quale, per celebrare il valore dell’amicizia, crea a sua volta due figure immortali, Cloridano e Medoro, due fanti saraceni nemici dei cristiani. Anch’essi compiono una strage, inoltrandosi nell’accampamento cristiano e anche Cloridano, nella fuga, è alquanto impacciato: solo che in questo caso non sono i trofei del nemico a condizionarne i movimenti, ma è il corpo dell’amato re Dardinello, che egli regge sulle spalle.

    La vicenda di Cloridano e Medoro rappresenta una matura riflessione sull’amicizia e sulla fedeltà, che non vacillano, e tanto meno cedono, di fronte alle prove più difficili e insidiose. Medoro è fragile, Cloridano e più deciso: eppure il coraggio di Medoro non è inferiore a quello dell’amato compagno. E l’amicizia tra i due si sublima nella vera e propria venerazione che hanno per il loro signore, Dardinello. Ecco allora che Ariosto plasma un solido sviluppo di fortissimi legami suggellati dal valore della lealtà. E in quella preghiera alla luna come se fosse una dea, recitata in suggestive ottave, che precede l’impresa, assai rischiosa, di Cloridano e Medoro di trasportare le spoglie del loro signore in un luogo sicuro, lontano da Parigi; vibra, struggente il sentimento di un’amicizia che proprio dalla consapevolezza di un destino tanto imminente quanto tragico trae una forza che supera ogni remora e vince ogni debolezza.

    Dunque la chiave interpretativa dell’episodio è fornita dell’esordio del canto XIX, con la riflessione moraleggiante, valida per entrambe le virtù, sulla vera amicizia, che si manifesta nei confronti di chi è sfortunato e misero, mentre nei momenti di prosperità tutti gli stanno accanto, anche i falsi amici. E la riflessione offre al poeta lo spunto per una polemica contro il clima delle corti, in cui ha il primo posto nelle grazie del signore chi finge devozione, mentre chi è sincero viene emarginato.

    I nostri amici spesso ci sgridano o sono duri con noi, ma lo fanno perché si preoccupano, ci vogliono bene e vogliono solo il meglio per noi. 








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