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Gli aiutanti di Babbo Natale: le renne!





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Ci stiamo avvicinando sempre di più al Natale, e questo non può che significare felicità, doni e tanta neve! Pensando alla festività del Natale, la prima cosa che viene in mente pensando alla flora è la Lapponia, invece pensando alla fauna non può che venire in mente l’aiutante di Babbo Natale: la renna!                                                                                                                                                            La componente femminile di questo meraviglioso mammifero è ben distinguibile dalla sua controparte maschile in primo luogo grazie alle dimensioni, le femmine infatti sono generalmente più piccole e pesano di meno, inoltre le renne domestiche possiedono zampe molto più corte e sono più pesanti rispetto alle loro cugine selvatiche. Ciò che rende una renna davvero unica però è il suo mantello, composto da uno strato di pelo folto, morbido e lanoso e uno strato superiore costituito da lunghi peli cavi pieni d’aria: il colore del manto inoltre varia estremamente sia da una specie all’altra, che da un individuo all’altro, con il variare delle stagioni: ad esempio le renne abitanti nella zona settentrionale della Lapponia sono caratterizzate da  un mantello bianco, molto più chiaro di quello di una renna della Lapponia meridionale che sarà più scura. I palchi, corna ramificate costituite da tessuto osseo, sono un altro elemento caratterizzante delle renne, e sono presenti in entrambi i sessi, in quasi tutte le specie: questi cadono in dicembre per gli anziani, all’inizio della primavera per i giovani esemplari è prevalentemente d’estate per il sesso femminile. Proseguendo è assolutamente necessario parlare del naso, che è forse l’organo di senso più importante per una renna, poiché possiedono un olfatto incredibilmente sviluppato: per esempio l’aria fredda introdotta dalle cavità nasali viene riscaldata dal calore corporeo dell’animale prima di raggiungere i polmoni. Un altro senso che le renne hanno imparato a sviluppare meglio di qualunque altro mammifero che esista sulla terra (secondo uno studio del 2011 dello University College of London) è la vista: esse infatti sono gli unici mammiferi esistenti in grado di percepire e di riuscire a focalizzare le onde che compongono la luce ultravioletta!                   Questo proprio per un preciso motivo: durante la maggior parte dell’anno in Lapponia le pianure sono totalmente ricoperte da uno strato di nevi che può raggiungere lo spessore anche di diversi metri, e generalmente in questa condizione ogni essere è invisibile agli occhi di un mammifero per quanto possa avere una vista sviluppata; la renna tuttavia riesce a percepire la minima differenza, dal momento che ciuffi di pelo e urina risaltano immediatamente all’ultravioletto. Infine, come ultima caratteristica della renna, abbiamo gli zoccoli, la quale conformazione è utile durante tutto l’arco di tempo dell’anno, e agevola molto bene l’animale nei suoi lunghi spostamenti. 

Nel 1961 gli studiosi hanno deciso di suddividere le renne in due macro gruppi: 

  • Le renne della tundra, con sette sottospecie;

  • Le renne dei boschi, con sette sottospecie.

Il primo gruppo citato è solito trovarlo nelle regioni settentrionali dell’emisfero boreale, poiché si trova la flora adatta alla loro esistenza: la tundra e la taiga. Le renne selvatiche sono scomparse negli ambienti in cui erano solite vivere con la comparsa dei centri urbani, ma, nonostante ciò, esse sono ancora presenti in numerosi centri:

  • Nord America: Alaska e Canada;

  • Europa: Finlandia, Norvegia e Groenlandia con numerosi individui, invece in Scozia e nell’Islanda orientale sono presenti rispettivamente dai 150 ai 170 e dai 2500 ai 3000 membri;

  • Asia: Siberia e nelle isole Kerguelen, sud dell’oceano Indiano, dove sono state introdotti ben 4000 esemplari.

Dal punto di vista alimentare le renne si nutrono di licheni, foglie di betulla e di salice, poiché essendo grandi erbivori ruminanti, hanno uno stomaco suddiviso in quattro parti. Una particolarità delle specie è che gli individui maschi durante il periodo dell’accoppiamento, che dura da fine settembre a inizio novembre, non mangiano, perdendo in tal modo le riserve corporee. Gli individui femmine invece continuano a mangiare durante tutto il periodo dell’accoppiamento e durante la gestazione, che dura circa sei mesi e mezzo, dopo la nascita dei nuovi individui dovranno allattare per un periodo che si estende fino all’autunno successivo.           La specie effettua numerose migrazioni durante l’anno, suddivise in due periodi stagionali ben distinti: migrazione primaverile (dove si vengono a formare delle mandrie che possono arrivare fino a mezzo milione di esemplari, che si separeranno durante il periodo degli accoppiamenti) migrazione invernale (durante la quale si dirigono verso le regioni forestali). Grazie alla particolare grandezza degli esemplari riescono a percorrere fino a 55 km al giorno e riescono a nuotate fino ai 10km/h attraversando laghi e fiumi.

Tutta la redazione della rubrica “Eppure soffia ancora…” vi augura  un caloroso Natale, all’insegna della felicità, della gioia e della tranquillità!

G.P. IV C Scienze Umane

A.A. III B Classico

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