“È l’ultima volta che giochiamo senza aver potuto godere di almeno 72 ore di riposo. La prossima volta non ci presenteremo.” A metà marzo si è espresso così Carlo Ancelotti, allenatore del Real Madrid, in seguito agli impegni ravvicinati della sua squadra contro Atlético Madrid e Villarreal. La questione da lui sollevata pare universalmente riconosciuta, dato che proprio qualche giorno fa anche un giocatore degli odiati rivali del Barcellona, Jules Koundé, ha affermato che “i giocatori non sono macchine; devono capire che non possono programmare le partite come vogliono: è irrispettoso per noi giocatori che abbiamo bisogno di riposo.” Quest’anno ad aggravare la situazione concorrerà anche una nuova competizione, la Coppa del mondo per club, che avrà luogo negli Stati Uniti tra il 14 giugno e il 13 luglio, portando il numero di partite giocate da squadre come l’Inter a più di 70 o forse addirittura 80, cifre folli che hanno mostrato immediatamente i loro effetti ...