#WhoMadeMyClothes: Il Movimento Fashion Revolution
Vi siete mai chiesti chi ha prodotto i vostri vestiti?
Dietro una semplice maglietta o un paio di jeans, si nasconde spesso una storia fatta di lavoro, viaggi e purtroppo anche di sfruttamento e diritti umani violati. Per questo è nato Fashion Revolution, un movimento globale che chiede più responsabilità e trasparenza nel mondo della moda.
Come è nato il movimento
Fashion Revolution è nato nel 2013, dopo una terribile tragedia cioè il crollo del Rana Plaza in Bangladesh, una grande fabbrica di abbigliamento dove morirono oltre 1.100 persone. Quelle persone stavano cucendo vestiti per grandi marchi internazionali, spesso in condizioni disumane. Dopo quel disastro, molte persone hanno capito che fosse ora di cambiare la situazione che si trovava nelle fabbriche.
Cosa chiede Fashion Revolution
Il movimento promuove la campagna #WhoMadeMyClothes (Chi ha fatto i miei vestiti?), invitando i consumatori di tutto il mondo a interrogare le aziende e chiedere più chiarezza:
• Chi ha cucito i miei vestiti?
• In che condizioni lavorava?
• È stato pagato in modo giusto oppure é stato sfruttato?
L’obiettivo è far capire che la moda non riguarda solo l’aspetto esteriore, ma anche i diritti delle persone che lavorano e il rispetto per l’ambiente.
Cosa possiamo fare noi?
Anche se siamo giovani, possiamo fare la nostra parte:
• Chiedere più informazioni sui marchi che compriamo
• Scegliere vestiti prodotti in modo etico
• Riutilizzare, scambiare o riparare i capi invece di buttarli
• Partecipare alla settimana del Fashion Revolution, ogni aprile, condividendo messaggi sui social o organizzando iniziative a scuola
Fashion Revolution ci ricorda che ogni nostro acquisto é una scelta importante . Possiamo usare la moda per esprimere il nostro stile, sì, ma anche per difendere i diritti umani delle persone che lavorano e il pianeta.
L. D. III A Liceo delle Scienze Umane
V. G. III A Liceo delle Scienze Umane
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