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Donne, siam, come vedete,
giovanette vaghe e liete.
Noi ci andiam dando diletto,
come s’usa il carnasciale:
l’altrui bene hanno in dispetto
gl’invidiosi e le cicale;
poi si sfogon col dir male
le cicale che vedete.
Noi siam pure sventurate!
le cicale in preda ci hanno,
che non canton sol la state,
anzi duron tutto l’anno;
a color che peggio fanno,
sempre dir peggio udirete.
Le cicale:
Quel ch’è la Natura nostra,
donne belle, facciam noi;
ma spesso è la colpa vostra,
quando lo ridite voi;
vuolsi far le cose, e poi ...
saperle tener secrete.
Chi fa presto, può fuggire
il pericol del parlare.
Che vi giova un far morire,
sol per farlo assai stentare?
Se v’offende il cicalare,
fate, mentre che potete.
Le fanciulle:
Or che val nostra bellezza,
se si perde per parole?
Viva amore e gentilezza!
Muoia invidia e a chi ben duole!
Dica pur chi mal dir vuole,
oi faremo e voi direte.
“Dica pur chi mal dir vuole. Noi faremo e voi direte” è l’ultima frase presente nella nona canzone dei Canti Carnascialeschi, chiamata Canzona delle Cicale.
Questi canti furono un genere musicale molto di moda a Firenze nei secoli XV e XVI i quali accompagnavano i divertimenti durante il periodo di carnevale.
Questo modo di festeggiare, che forse pochi conoscono o ne hanno sentito parlare, fu un’idea di Lorenzo il Magnifico che rimpiazzò queste canzoni a quelle già esistenti.
La maggior parte di queste hanno un tema abbastanza sconcio e immorale, esortando a godersi la vita durante la giovinezza.
Nonostante il periodo in cui nasce questo componimento, molto distante dai giorni nostri, l’ultima frase cela una verità che è sempre attuale.
In poche parole ci dice che tutte le volte che la persona laboriosa cercherà di raggiungere i propri obiettivi, il maldicente rimarrà sempre fermo sulla sua osservazione.
Chi critica non ha mai lo scopo di promuovere un miglioramento e anche se fosse una di quelle costruttive chi ci dice che è gradita?
Assistiamo ogni giorno a questo fenomeno ogni volta che leggiamo i commenti sotto ai post dei nostri social perchè c’è sempre chi vuole dire la sua su questioni che non conosce. Le persone vedono il prodotto finito e mai la fatica che ci sta dietro, esprimendo molte volte un commento riduttivo e degradante.
A volte per il solo gusto di farlo, altre volte si tratta di questioni di invidia, poiché non si vuole che le persone si elevino al di sopra del proprio livello.
Ciò che ci viene insegnato, dunque, è che chiunque abbia voglia di fare, ci sarà sempre qualcuno che parlerà male.
S. R.
IV A Ling.
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