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“Ho esistato un po' prima di scrivere che avrei dato volentieri la vita per un amico [...] Sono convinto che non si trattasse di un' esagerazione e che non solo sarei stato pronto a morire per un amico, mal'avrei fatto quasi con gioia.”
L'Amico ritrovato, Fred Uhlman
Pochi giorni fa é stato il Giorno della Memoria. La data 27 gennaio non è casuale. È il giorno, unico nell’arco di un anno, in cui ci fermiamo a riguardare quelle foto in bianco e nero, scorriamo con lo sguardo delle liste interminabili di nomi, numeri e date e ascoltiamo le testimonianze di persone sempre più, inevitabilmente, piegate dalla vecchiaia. Le loro storie e i loro aneddoti, tramandati per generazioni, appaiono sempre più offuscati alla memoria collettiva. Sempre più lontani sulla linea del tempo e per questo sempre più incredibili. Il romanzo L'amico ritrovato di Fred Uhulman racconta un intenso e puro rapporto di amicizia, nato dal desiderio che accomuna un po' tutti noi di trovare qualcuno che abbia qualcosa da condividere con noi. La facile immedesimazione nell'unione dei due protagonisti permette di avvicinarci poco più ad una realtà apparentemente così distante da noi, solo poiché remota nel tempo. Nella Stoccarda del 1932 due liceali, l’uno appartenente ad una famiglia tedesca aristocratica e l’altro figlio di un medico ebreo, diventano amici. Nonostante i differenti contesti sociali d'appartenenza, Hans e Konradin intrecciano un rapporto di fiducia ed estrema lealtà, che solo gli orrori della guerra cercheranno di spezzare, e che vedrà il ricongiungimento a distanza di tempo dei due protagonisti. La vera essenza dell'amicizia ha permesso ai protagonisti di prevaricare la follia e l'odio che il contesto storico aveva instaurato nella parte più profonda dell'animo umano. Solo cosi riusciranno ad andare oltre il corso della Storia.
N. P.
IV C Scu
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