Il fenomeno chiamato “Zoochosis” può essere ritenuto come una delle cause del crescente disagio psicologico degli adolescenti?
Ultimamente circola l’ipotesi che gli esseri umani stiano vivendo l’espansione di un’epidemia sociale chiamata zoochosis, la stessa che vivono anche gli animali quando si trovano a vivere in cattività. L’intera specie umana sta, molto probabilmente, cercando di convivere con questa situazione e ne sta soffrendo.
Quando andiamo negli zoo ci potrebbe capitare di notare il malcontento di vari animali: tristi per essere rinchiusi in gabbie, provati, arrabbiati per essere stati privati della loro libertà. Non sono abituati a vivere in ambienti “artificiali”, magari circondati da teche di vetro, e noi esseri umani li obblighiamo a farlo per il nostro divertimento.
Allo stesso modo, noi stessi esseri umani, essendo animali, tendiamo a vivere sempre più lontani dalla natura, e questo ci fa sentire gradualmente più spaesati perché questa connessione tende a mancarci.
Molte ricerche evidenziano come gli uomini in passato fossero più felici: il motivo di questo si pensa sia proprio il rapporto profondo che era stato instaurato tra l’essere umano e la natura.
Si tratta del probabile risultato di una vita creata su una routine ferrea, basata sul lavoro ininterrotto e sullo stress costante, dettato dalla richiesta di determinate prestazioni accademiche e lavorative. È importante non rinnegare l’enorme impatto che il contatto con la natura comporta.
Le stesse ricerche hanno constatato che il livello di ansia e di attacchi di panico registrati negli adolescenti nell’ultimo periodo sia connesso a questo senso di chiusura, in una società sempre più “grigia” e sempre più isolata.
Dobbiamo, dunque, impegnarci per includere la natura nella nostra quotidianità: praticare sport all’aperto, picnic, lunghe passeggiate e vacanze nel cuore della natura, lontani dai frastuoni delle città metropolitane, per ricaricarsi per l’anno in arrivo.
S.L., 4B SCU.
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