A causa del Covid-19, purtroppo, le nostre vite sono state interrotte di punto in bianco. La scuola è stata chiusa, tutte le attività sportive sono state abbandonate, le uscite con gli amici annullate e molto altro ancora. L’unica cosa che ci ha davvero tenuti legati sono stati i social, che nonostante tutti i loro difetti, sono riusciti a non farci distaccare del tutto dalla realtà. Ovviamente parliamo di una realtà molto diversa rispetto a quella che si può vivere ogni giorno,perchè grazie ai social si può viaggiare e scoprire luoghi che in un giorno normale di scuola non avresti mai potuto vedere, o semplicemente il fatto di dover impegnare intere giornate portavano la noia a trasformarsi in creatività e in curiosità, questo giocava un ruolo importante ai social e al mondo di internet. Ma non solo grazie alla tecnologia sono riuscita a “sopravvivere”, il merito lo devo anche alla lettura e all’arte. La lettura mi ha permesso di evadere dagli schemi, ancora di più dei social, poiché i libri sono pensieri di persone scritte con una penna sulla carta, magari durante un attacco aereo, se è stato scritto durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, o magari in un piccolo appartamento in una Parigi degli anni ‘90. Insomma la lettura mi da modo di creare e impersonarmi in nuovi mondi e nuove idee di pensare, di vedere e percepire diverse realtà. Anche l’arte ha un posto speciale tra le cose che mi hanno permesso di vivere serenamente questa quarantena. L’arte, in tutte le sue forme, mi ha sempre affascinata: l’arte nelle sculture, nei quadri e nell'architettura, ma anche nella musica, nella moda e nella danza. L’arte ha un modo affascinante di esprimersi che permette all’autore di poter esternare le proprie emozioni nella maniera più brutale possibile. La quarantena mi ha aiutata a capire chi voglio essere e soprattutto con chi voglio vivere e in che modo mi voglio esprimere. E’ stata una sorta di pausa da una vita che stava andando troppo veloce, talmente tanto veloce che mi stavo perdendo tutto. Mi stavo perdendo i tramonti dal mio porticato immerso nella campagna, mi stavo perdendo la bellezza della mia piccola cameretta (che in quarantena ho iniziato a chiamare il mio piccolo covo). Mi stavo perdendo la bellezza di leggere immersa in un boschetto. La vita prima della quarantena mi stava sfuggendo totalmente di mano, non mi stavo godendo nulla di quella che dovrebbe essere la mia adolescenza, i miei anni migliori, quelli che non torneranno mai più. Prima della quarantena andava tutto più in fretta e le giornate erano tutte uguali, la vita mi stava travolgendo, come un’onda molto più alta di quanto mi potessi aspettare, e io non me ne sono mai resa conto. Quando ho rallentato ho trovato la felicità nelle piccole cose, come il potermi alzare più tardi o poter fare più pasti al giorno con tutta la mia famiglia, o anche banalmente poter sfruttare la mia poca bravura con la tecnologia per motivi scolastici.
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