Ama l’amore
Categoria: ἀγάπη
Narciso e la fragilità
“Narciso
raggiungerà la vecchiaia se non conoscerà mai se stesso”
Mitico figlio di Cefiso e della ninfa Liriope; insensibile all’amore, Narciso non ricambiò la travolgente passione di Eco, per cui fu punito dalla dea Nemesi che lo fece innamorare della propria immagine riflessa in una fonte; morì consumato da questa vana passione, trasformandosi nel fiore omonimo. Nella vita siamo tutti un po’ narcisisti e questo perché prima di essere una patologia si tratta di una ninfa vitale necessaria per l’individualità, dunque la differenza sta nel modo in cui viviamo questo istinto e non tanto in chi ce l’ha e chi no. Esistono due tipologie di narcisismo: quello dalla scorza dura che lascia intravedere una qualche forma di tracotanza, superbia e dominanza e il narcisismo dalla pancia molle, proprio della persona paralizzata, di colui che non alza la mano perché teme la brutta figura, di una personalità dimessa ma in entrambi i casi il paziente non riesce a vivere le relazioni. Infatti Il tentativo di riparare la propria ferita narcisistica ferendo e svalutando gli altri gli preclude la possibilità di avere una vera vita affettiva. La svalutazione dell’altro comporta una svalutazione di sé: se pensa che l’altro abbia poco valore, anche le sue manifestazioni di ammirazione e stima diventano di scarsa importanza. Inoltre per timore della disconferma e della squalifica, l’individuo non può permettersi di essere colto in fallo, di mostrarsi nelle sue fragilità e debolezze.
La cosa più interessante è che
fin da piccoli ci educano a non cadere nella trappola di questa malattia, basta
pensare a Pinocchio. Sapevate che Pinocchio presenta almeno sei delle categorie
su nove che lo diagnosticano come personalità narcisistica? Infatti Pinocchio
non è fatto per le regole, non si sa assumere le sue responsabilità, non studia
né lavora, ha una grave incapacità di valutare se stesso; ma a differenza di
Narciso, è un modello evolutivo, è un romanzo di formazione, la storia di un
salvataggio, anche se non si capisce razionalmente come si sia salvato. Lo
notiamo fin da subito grazie alla vox accentuata e il suo essere provocatorio
nel momento in cui prima di essere scolpito, maestro Ciliegia sceglie il legno
o quando Geppetto gli farà gli occhi e subito lui gli occhiacci; farà la bocca
e il burattino mostrerà le boccacce; la lingua e lui fa sberleffi; l’unica cosa che
Pinocchio non avrà sono le orecchie, che sono gli organi dell’ascolto. Altri elementi sono la mancanza di fare qualsiasi
attività che non sia dipendere dal padre, la mancanza di aspettative, il
principio del piacere con il Paese dei Balocchi. Dunque non conviene essere narcisisti in forma
esagerata. Questa è una favola, ma nella vita reale potremmo anche non essere
Pinocchio ed essere salvati, amche se potremmo vestire i panni di Narciso.
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