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Arrivederci maestro

Gli occhi che parlano


La comunicazione non è solo quella che conosciamo e usiamo (quasi) tutti: quella verbale. La comunicazione avviene, infatti,  in più modi, ne esiste una anche non verbale. Di cosa si tratta?
Innanzitutto possiamo cominciare dicendo che è quella più complicata da imparare e da capire, perché è varia e difficile per chi è abituato ad utilizzare prevalentemente quella verbale.
Gli occhi, si dice, sono lo specchio dell’anima ma sarà vero? Dagli occhi trasmettiamo tutte le nostre emozioni e l’occhio, quindi, per lo più involontariamente, può comunicare molteplici emozioni, ad esempio quando diventa lucido, quando la pupilla si dilata, quando le palpebre si stringono, tutto può essere una manifestazione delle nostre emozioni. Per questo il taglio del regista sugli occhi nei film western, soprattutto prima dei duelli dei pistoleri, quando gli occhi due duellanti sono in fermo immagine per esprimere tutta la loro tensione. Così accade in quelli di Sergio Leone, musicati da Ennio Morricone,  quando le inquadrature si limitano ai  soli occhi solitamente prima di un duello. Un attore di film western molto conosciuto è Clint Eastwood con i suoi occhi azzurri come il ghiaccio sempre impassibili ma cosa trasmettevano? Rabbia, paura, ostilità? Ovviamente dipende dalla scena, dal film e dal personaggio che stava interpretando.
Questa espressività oculare non avviene solo nei film, ma, soprattutto, nella vita reale e sarebbe interessante riuscire a “scavare più a fondo” nell’anima di una persona per conoscerla meglio e soprattutto capire che cosa prova! Magari passando dagli occhi, come Dante scrive in Tanto gentile e tanto onesta pare!

I. R.
IV A Scu 


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