“Codamozza”: la balena resiliente
Se in queste settimane vi state godendo le vostre vacanze lungo le spiagge liguri o sullo splendido mare della Costa azzurra, avrete sicuramente sentito parlare della balena “Codamozza”, che sta nuotando lungo le coste mediterranee. Guardia costiera, associazioni e numerosi biologi marini stanno seguendo il cetaceo tramite droni e molte delle foto scattate sono presenti in ogni angolo del web.
I biologi marini ci hanno riferito che si tratta di una Balenottera comune, avvistata per la prima volta nel 1996 e successivamente nel 2005 e 2006, con gravi danni alla pinna caudale. Nonostante i nuovi avvistamenti dimostrino che oggi la sua pinna sia completamente mozzata, la balena é riuscita a compiere una traversata di 900 Km in una settimana, dalla Sicilia fino al Mar ligure ed il suo viaggio é proseguito lungo le coste francesi.
“Codamozza” é il soprannome che i ricercatori del Thetys hanno dato ad essa, a causa della suapinna mozzata, forse per via di una collisione con una nave. L' animale é stremato e sopravvive a stento, poiché la menomazione della coda impedisce alla balena di raggiungere grandi profondità per nutrirsi di Plancton. Inoltre, come ha spiegato la ricercatrice dell' istituto Thetys, Sabrina Airoli:“siccome nuota solo con le pinne pettorali, fa molta fatica.Questo dimagrimento così marcato la sta sfinendo. I cetacei accumulano nel loro grasso delle sostanze tossiche che sono liposolubili. Quando ci sono dimagrimenti così importanti, l’animale dal grasso trae sostanze nutritive ed energetiche ma al contempo mette in circolo nel sistema metabolico anche queste sostanze tossiche che sono degli immunodepressori e la rendono meno capace di reagire ad infezioni batteriche, funginee e virali».
Numerosi studiosi ed associazioni si sono esposti per fornire proposte per mantenere in vita l'esemplare, tentando di riportarlo in salute. Costruire una protesi 3D per la sua coda rappresenta una soluzione interessante, ma permane un problema pratico: Come applicarla? Qualcuno propone di tentare di applicare una protesi avvicinandola in mare, ma “Codamozza” percorre circa 100 km al giorno. Altri, di farle un’anestesia e operarla, ma i cetacei non possono essere anestetizzati, a causa della respirazione volontaria. Darle costantemente da mangiare potrebbe rappresentare l' unica alternativa; questo implicherebbe fornirle 2 tonnellate di Plancton e Krill ogni giorno, per il resto della sua vita.
Al di là dell’emozione che un incontro in mare aperto con i mammiferi marini regala ai fortunati spettatori, è bene ricordare che i cetacei sono soggetti a molti pericoli, é quindi necessario rispettare alcune regole fondamentali, tra cui: mantenere una distanza di minimo 100 metri e ricordarsi di segnalare l'avvistamento alla Guardia Costiera o al sito: “ Cetacei FAI attenzione!”
N.P.
III C SCU.
Commenti
Posta un commento