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Seconda parte

Avete ragione, non c’è più bisogno di noi.
A cosa serve il femminismo, quando tutto va secondo i piani?
Insomma, c’è rispetto reciproco, parità e il pilastro della conoscenza si chiama mansplaining.
Perché stiamo ancora combattendo?
Ancora oggi c‘è chi dice che la nostra lotta non ha senso: le donne e gli uomini vanno a braccetto.
Eppure, in queste settimane un comportamento di mansplaining si è fatto strada tra le notizie che circolano su internet, portando un po’ di scalpore generale: M. M., importante scrittrice e attivista per i diritti umani, viene insultata e “ripresa”, come fosse una bambina, da R. M. 
Nell’intervista, M. gli chiede di spiegare perché una donna dovrebbe preoccuparsi se non le vengono rivolte attenzioni maschili, come affermò lo psichiatra in precedenza.
La risposta di M. non si fa attendere: dice chiaramente che una donna deve sempre essere femminile, perché è la sua vera essenza e, senza questa, c’è un problema, in quanto la donna è “la regina della forma” e, di conseguenza, il sacro Graal del desiderio.
A questo punto M. M., infastidita da un tale sminuimento della donna, in quanto essere vivente e non oggetto sessuale, gli fa capire quanto potesse essere sbagliato il suo ragionamento, continuando a dargli del lei e mantenendo un tono calmo e pacifico.
Tuttavia, M. non si prende carico del suo atto di mansplaining: lui crede di sapere più di lei, lui si sente in dovere di spiegare la femminilità non solo a M. M., ma a tutte le donne del mondo. Ma non si limita a non prendersi le proprie responsabilità, capendo quanto il suo atteggiamento sia da superiore, sia sbagliato e inadatto. No, anzi, replica con “Zitta e ascolta.”
La chiamata radiofonica termina, ma l’indignazione sale.
Gli stessi esperti si discostano dal pensiero di M., dato il suo comportamento, ma, soprattutto, il suo atteggiamento parso a molti commentatori molto aggressivo. E non dimentichiamoci dei bambini, sì, anche loro. M. nel dibattito con la M. dice chiaramente che, secondo lui, i bambini maschi, non giocano con le bambole. Eppure molti maestri delle scuole d’infanzia sostengono il contrario. È proprio questo è il punto: oltre a credere di poter spiegare a una donna come quest’ultima si debba comportare, in veste da uomo, anche l’umiltà gioca il suo ruolo. Una persona accorta deve sempre riconoscere i suoi limiti e saper dire “Hai ragione!", quando una persona è più competente in un determinato ambito e argomenta in maniera civile.

D.V.
IV B Ling.


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