Passa ai contenuti principali


Sentirsi soli ed esserlo sono due facce opposte della stessa medaglia.
A volte ci sentiamo soli, anche se circondati da centinaia di persone, semplicemente perché ci allontaniamo da queste, altre volte siamo soli perché quelle centinaia di persone non ci sono mai state. Chi è solo, vive in uno stato d'animo a dir poco indescrivibile: probabilmente si sente bloccato e talvolta oppresso dalla dura realtà. Un'oppressione che non gli concede il beneficio del dubbio. Un'oppressione che non lo porta a galla, ma che lo porta ad un senso di soffocamento perenne. Questo conduce il soggetto a uno stato confusionale, che trascina il soggetto sempre più a fondo, mentre l'unica ambizione, che realmente desidera, è uscire e sentirsi libero. 
Diverso è, per chi crede di essere solo e che pur essendo circondato da tante persone, non trova quel senso di felicità che desidera, così si allontana con la speranza, in qualche modo, di trovarla altrove, ma non è così, l'unica cosa a cui si avvicina è la solitudine. Ma quest'ultima è come una spaventosa malattia da cui vuole semplicemente allontanarsi, ma quando se ne accorge, è tardi. 
C'è chi si è fatto del male e nel peggiore dei casi si è ucciso a causa della solitudine; mentre altri ne hanno fatto il cavallo di battaglia. Molti scrittori ed artisti, di fatti, fin dal Settecento, se non da prima, erano soliti ad allontanarsi dalla società fino a raggiungere la tranquillità e la felicità della solitudine; questo perché, sentendosi incompresi dai loro pari, si sfogavano con una tal voglia di rappresentare e descrivere la loro emotività e la loro contemporaneità, una  contemporaneità talvolta influenzata dal loro stato d'animo, ovvero la solitudine. 
Un classico esempio potrebbe essere L'urlo di Munch; dove l'artista esprime la solitudine e l'angoscia che affliggono l'animo umano. L'urlo rappresenta lo sfogo  dell'uomo. Si tratta di uno sfogo conseguente alla paura, alla sofferenza e alla solitudine di cui ormai non può fare a meno. L'urlo, inizialmente conosciuto come Skrik, è una delle opere di Edvard Munch, realizzata tra il 1893 e il 1910.

A. K.
IV B Ling.

Commenti

Post popolari in questo blog

“Dica pur chi mal dir vuole. Noi faremo e voi direte”. Canzone delle Cicale

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/vectors/cricket-insetto-cavalletta-pest-47470/ Le fanciulle:  Donne, siam, come vedete,  giovanette vaghe e liete.  Noi ci andiam dando diletto,  come s’usa il carnasciale:  l’altrui bene hanno in dispetto  gl’invidiosi e le cicale;  poi si sfogon col dir male  le cicale che vedete.  Noi siam pure sventurate!  le cicale in preda ci hanno,  che non canton sol la state,  anzi duron tutto l’anno;  a color che peggio fanno,  sempre dir peggio udirete.   Le cicale:  Quel ch’è la Natura nostra,  donne belle, facciam noi;  ma spesso è la colpa vostra,  quando lo ridite voi;  vuolsi far le cose, e poi ...  saperle tener secrete.  Chi fa presto, può fuggire  il pericol del parlare.  Che vi giova un far morire,  sol per farlo assai stentare?  Se v’offende il cicalare,  fate, mentre che potete.   Le fanciulle:  Or che val nostra bellezza, se si perde per parole?  Viva amore e gentilezza! Muoia invidia e a chi ben duole!  Dica pur chi mal dir vuo

BISOGNA COLTIVARE IL NOSTRO GIARDINO” Candido, Voltaire

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/photos/zen-giardino-meditazione-monaco-2040340/ Questa citazione un po' enigmatica, è tratta dal libro molto celebre di Voltaire e riguarda un tema che ancora oggi suscita in noi tante domande: le stesse alle quali Candido, il protagonista, si era trovato a rispondere... nel romanzo vengono contrapposte le idee di due personaggi che simboleggiano  l' eterno scontro tra bene e male: Pangloss, il primo personaggio, aveva un'idea completamente ottimistica del mondo e delle persone, la quale è raccontata in chiave satirica dallo scrittore, in quanto al personaggio che professa questa dottrina e a tutti gli altri, capitano atroci disavventure e catastrofi naturali. L'asserto è così astratto e utopico, da non poter combaciare con il mondo reale e il male che vi è insediato. Questo concetto è ripreso dal manicheo (pessimista) Martin che, contrariamente a Pangloss, pensa che il mondo sia dominato interamente dal male, sia fisico

“Ho sognato che il cervo illeso chiedeva perdono al cacciatore deluso”

Immagine tratta da: https://pixabay.com/it/photos/cervo-dollaro-mattina-natura-1082318/ Questa citazione è tratta da “libro dei sogni” di Jorge Luis Borges; uno scrittore, poeta e filosofo argentino, ritenuto uno degli autori più importanti e influenti del secolo scorso. Tra le sue innumerevoli opere scrive anche il Libro dei sogno .  Quest’opera è una silloge di 113 racconti, citazioni e storie con protagonista il sogno. Ogni storia è indipendente dall’altra e la sua particolarità è che si possono incontrare tra i più vari autori e frammenti di opere già esistenti. Si passa da Ungaretti ad Alfonso X di Castiglia, da Kafka a Caedmon, da personaggi biblici a quelli completamente inventati andando così a formare una specie di enciclopedia su questo meraviglioso e misterioso mondo dei sogni.  Proprio per questa caratteristica che ha, sembra essere una sorta di antologia mancata senza le contestualizzazioni e  le spiegazioni da parte dell’autore. Tocca, infatti, al lettore dargli un signif