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Turista per sempre

Fulvio
Roma, il caldo afoso delle sette di sera mi avvolge come una coperta pesante. Mi siedo ad un tavolino spostando le ridicole frange di cuoio e ordino una birra, sperando mi portino anche qualcosa per fare aperitivo, così non dovró cenare. Vedo la gente passare ed additarmi, sospiro tirando fuori il mio Turista per sempre e lo gratto con un ramino, chissà se riesco ad andare in vacanza quest’anno, di sicuro non ci riuscirei con il mio lavoro da centurione romano. Mentre sono lì che gratto mi squilla il telefono: “ Aó, non è che riesci a passare stasera? È arrivato un pullman di giapponesi proprio adesso”. Sospiro e mi alzo, non è che sia proprio una richiesta. Mentre mi incammino per Rione Monti penso che Roma sia bella, se non ci vivi.

Gaetano
Mi avvicino al tavolino del bar, mi siedo: una birra piena per metà, due patatine e un Turista per sempre mezzo grattato, niente male direi. La birra che mando giù veloce si va sommare alle tre finite al bar di fronte e al cartone da sei di stamattina. Mi faccio ballare il guadagno di oggi in tasca: esattamente quattro euro, qualche centesimo recuperato dalla fontana di Trevi, un accendino scarico e un tappo birra che qualche fenomeno mi ha gettato al posto di una moneta. Lo prendo e lo uso per grattare quel foglietto colorato, ma proprio in quel momento arriva Nando, il barista: “Aó Gaetano, lo sai che non puoi star qua, dai prendi questa e vai a farti un giro”, dice offrendomi un’altra birra. Sbuffo, ma non la rifiuto, mi metto in tasca il Gratta e Vinci e mi vado a sedere su una panchina un po’ più in là. Vedo il sole che tramonta dietro al Colosseo, pieno di giapponesi con i loro cappellini, che si fanno convincere dai centurioni a fare foto ricordo, che ovviamente pagheranno poi care. Non sto male qui, penso ci rimarrò tutta la sera, non si sa mai.

Fulvio 
Non ne posso più di ripetere quelle tre parole di inglese che so, “grazie” “prego” e “arrivederci”: i turisti serali sono peggio di quelli diurni. Mi lascio cadere su una panchina lí vicino, non ho voglia di fare niente, neanche di procurarmi qualcosa per cena; siamo solo Gaetano e io, quel barbone sempre ubriaco. “Finito per stasera?” biascica lui. “Manco fosse un vero lavoro... hai voglia a fa’ i soldi così” gli rispondo io. “Eh mi sa che siamo messi uguale” mi dice, così mi frugo in tasca e tiro fuori una banconota da 5€, mancia di una coppia di stamattina. Gliela porgo, tanto non mi avrebbe fatto più ricco. Gaetano si illumina un po’, li prende e cerca anche lui in tasca. Mi porge un Turista per sempre tutto stropicciato, mezzo grattato, lo guardo bene. È il mio di prima, se non è destino questo? Colto dall’illuminazione cerco un ramino, lo trovo, gratto. Cinquanta euro. Quasi non ci credo, sono felice come se avessi fatto jackpot. “Daje Gaetano, ti porto a cena fuori, stasera offro io”.

Su Roma scende la notte, dolce sulle strade trafficate e sui sanpietrini scivolosi: il Colosseo finalmente dorme.


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