Immagine tratta dall'archivio fotografico personale della scrivente |
La luna splende adagiata sulla linea dell’orizzonte, placida, sorniona, rossa.
Valeria la vede e sente un’impercettibile scossa lungo la schiena: è la luna di quella sera, quella in cui lei e Roberto si sono conosciuti, quella che spuntava da dietro la ringhiera del balcone di quella casa all’ultimo piano, a quella festa in cui nemmeno si divertivano a dire il vero- sono già passati quattro anni e sembra ieri.
Anche Mattia la guarda seduto nel passeggino e pensa che assomiglia proprio al gelato che ha mangiato prima, chissà se sa di fragola anche lei.
Guglielmo le dà una rapida occhiata e poi si stringe nelle spalle, gira lo sguardo e lo posa altrove, sulla sua pipa di radica marrone. Si ricorda che ai suoi tempi si diceva che portasse sfortuna anche solo guardarla quando era di quel colore: “luna di sangue” la chiamavano e non poteva che portare sventure.
Massimo dall’altra parte della strada vede quel vecchio superstizioso e ride fra sè. Gli ritornano i primi anni di Antropologia e di come fosse rimasto affascinato dalla reazione dei diversi popoli a questa luna sanguigna: gli Inca che temevano fosse un giaguaro a divorarla e perciò si preparavano allo scontro come se fossero in pericolo anche loro, o gli Indú che la consideravano la sua eclissi come opera di un dio vendicativo o ancora le tribù indigene dell’America che pensavano fosse ferita e mettevano in atto rituali per aiutarla.
-Sarà anche bella ma non è niente di magico-spiega Lara al fratellino Mattia -è solo un fenomeno naturale di rifrazione, lo studierai anche tu quando sarai più grande-. Ma Mattia non sembra convinto, continua a pensare che sarebbe più bello se fosse fatta di gelato, di sicuro lui preferirebbe.
Lupo, sdraiato su una panchina la osserva di sottecchi e pensa che un po’ gli porti fortuna; ha dormito sotto la sua luce tante volte in passato e poi stasera ha trovato cinque euro per terra, vicino alle aiuole del Comune e si sente quasi riconoscente, come se glieli avesse lasciati la luna stessa.
La Luna osserva silenziosa la vita che scorre sotto di lei, statica fra quel brulicare di persone diverse, pare si diverta a vederle mentre rimuginano sulla sua vera natura: a guardarla bene pare quasi che sorrida.
E. B.
II B Class.
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