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Gli ultimi dati hanno mostrato che nel Luglio di quest’anno gli incendi nella foresta amazzonica brasiliana sono aumentati del 28% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Ogni anno Luglio ha inizio la “stagione degli incendi” in numerose parti del mondo. Il Brasile sta subendo l’epidemia di Covid, con il secondo numero più alto di casi e di morti nel mondo. Ma l’epidemia non ferma l’attività di deforestazione per sottrarre terra alla foresta da destinare alla coltivazione di soia e agli allevamenti. Il 16 luglio, il governo brasiliano ha vietato la combustione nelle zone umide del Pantanal, ma numerosi esperti sostengono che gli ultimi provvedimenti non basteranno per evitare il “collasso irreversibile”. Proprio negli ultimi mesi, è stato pubblicato uno studio dei fisici teorici Mauro Bologna e Gerardo Aquino, su Scientific Reports. I due studiosi si sono basati sull'attuale ritmo di crescita della popolazione e della deforestazione come variabili del consumo di risorse e considerando i sistemi di supporto necessari per la sopravvivenza degli umani (compresi l' assorbimento di anidride carbonica, la produzione di ossigeno, la conservazione del suolo, la regolazione del ciclo dell' acqua, il supporto per le catene alimentari umane e naturali e l'habitat per un numero imprecisato di specie) con l' obiettivo di calcolare le possibilità rimaste alla nostra civiltà di evitare il collasso. Entrambi i fisici sostengono che “se il tasso di deforestazione non verrà alterato, la popolazione umana non sarà più in grado di sostenere se stessa” e col 90% di probabilità, la società industriale giungerà al collasso entro 20-40 anni. È importante stabilire che il modello elaborato da Bologna e Aquino non è concepito per tenere conto di “se probabilistici”, e dimostra che cosa succederebbe se applicassimo le tendenze attuali ad uno scenario futuro. Inoltre, è importante tener presente che Aquino e Bologna sono fisici teorici, perciò si sono dedicati allo studio del cambiamento climatico sul piano teorico, e in parte ipotetico. La “buona notizia” che lo studio rivela è che il tasso di deforestazione globale è andato declinando negli ultimi decenni (pur rimanendo preoccupante) e la popolazione mondiale non crescerà quanto ci si aspettava. La notizia negativa annuncia che il lasso di tempo richiesto per questi cambiamenti potrebbe essere troppo lungo per alterare in modo sostanziale le previsioni del modello esposto dagli studiosi. A questo Mauro Bologna e Gerardo Aquino avanzano possibili soluzioni. Entrambi sostengono che arrivati ad un “punto di non ritorno”, l'unica salvezza possibile sarebbe affidarsi ad uno sviluppo tecnologico senza precedenti. Nello studio viene descritta una sfera di Dyson, un'ipotetica megastruttura intorno al Sole, in grado di assorbire parte della sua energia, spedendola verso la Terra. Naturalmente, gli autori conoscono che le capacità ingegneristiche attuali sono al momento insufficienti per realizzare una tecnologia cosi' potente, infatti Aquino sostiene che la stessa quantità di energia potrebbe essere prodotta mediante un processo di fusione nucleare. Gli autori sottolineano che “è difficile immaginare, in assenza di uno sforzo collettivo molto forte, che avvengano grandi cambiamenti a questi parametri in un termine cosi' breve”. Il modo più efficace di far aumentare le nostre possibilità di sopravvivenza è quindi passare ad un' idea di cura collettiva gli uni per gli altri, e per gli ecosistemi in cui ci troviamo...
N. P. III C Scu
S. G. I A Com
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