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Influenze spagnole a Napoli? Ne tenimm assai!

Immagine tratta da archivio privato. 


Avete mai avuto l’occasione di visitare Napoli?
Bene, quando parliamo di  Napoli non si può evitare di pensare a tutte le affinità che il capoluogo campano ha con la cultura e la storia spagnola. Basti pensare anche solamente al clima che si respira nella città partenopea, clima pressoché identico a quello spagnolo. È importante ricordare che gli spagnoli governarono la città di Napoli dal 1503 al 1734.
Tra le tante cose in comune che possiamo trovare, quello che salta più all’occhio è il nome di alcune zone della città che richiamano direttamente la Spagna, come per esempio “Via Toledo”e  i “Quartieri Spagnoli”. Via Toledo è una famosa via centrale di Napoli,  che prese il nome da chi la fece aprire nel 1536 ovvero Pedro da Toledo. È un lungo rettilineo lungo quasi più di 2 kilometri che attualmente è una delle tappe più importanti dello shopping napoletano e della vita culturale cittadina.
Anche i Quartieri Spagnoli, che si estendono a loro volta su 3 zone: (San Ferdinando, Avvocata e Montecalvario)  sorsero per volontà di Pedro da Toledo al fine di accogliere le guarnigioni militare spagnole. Fin da subito furono luogo di perdizione ed ebbero un alto tasso di criminalità legato alla continua ricerca di divertimento  e svago da parte de soldati spagnoli.
E nella Napoli attuale? 
Nel 2012 è stata istituita in prossimità dei quartieri la stazione metropolitana di Toledo, considerata una delle più belle di tutta Europa. Così  la zona ha iniziato a conoscere una riabilitazione dal punto di vista turistico.  I quartieri spagnoli riservano piacevoli scoperte. Lontano dai soliti giri turistici, si potrà scoprire la vera anima della città, i vicoli. I vicoli ricchi di vociferare, dei panni appesi, di colori… elementi che contraddistinguono e che rendono unico il capoluogo campano.
Sapevate che la maggior parte dei termini presenti nel dialetto napoletano sono di origine spagnola? Ebbene si. In fondo, tre secoli di dominazione non sono pochi e non potevano non influenzare la lingua. Un esempio? Ne tenimm assai! (come si dice in napoletano).
ECCONE ALCUNI: cucchiaio: cucchiara( nap.) cuchara (spa.); settimana: semmana (nap.) semana (spa.); ceffone: buffettone (nap.) bofetón (spa.)
C’è una frase di Eduardo De Filippo, che mi recitava sempre mio papà quando ero piccola che a mio avviso descrive a pieno Napoli e il suo popolo:

“Napule è ‘nu paese curioso: è ‘nu teatro antico, sempre apierto. Ce nasce gente ca’ senza cuncierto scenne p’ ‘e strate e sape recità”
Eduardo De Filippo affermava che il popolo napoletano sia per natura così incline all’arte che quando si passeggia per la città e come se ci si trovasse in un teatro a cielo aperto.

S.C., 
IIIC Ling.

Immagine tratta da archivio privato. 







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