Facebook ha recentemente modificato nome in Meta. Anche Google ha fatto la stessa cosa nel 2015 con Alphabet. La causa principale del cambio di denominazione è di liberare le altre aziende che ne fanno parte, tra cui Instagram e WhatsApp, dalle accezioni negative che a volte la parola Facebook porta con sé, quali il trattamento dei dati e la mancanza di censura. Ciò ha portato ad un grande cambiamento: nel lungo periodo possiamo immaginare la creazione di appellativi come Instagram by Meta, WhatsApp by Meta e non più by Facebook. Perché Meta? Innanzitutto perché Mark Zuckerberg (il fondatore) ama la storia antica e Meta è una parola greca. Si tratta di un universo digitale parallelo, molto più immersivo rispetto alla realtà digitale odierna, in cui ogni utente avrà la possibilità di creare un proprio Avatar e potrà compiere tutte le attività che svolge quotidianamente nella vita reale, come giocare, lavorare, fare sport o guardare film attraverso ologrammi. Costruire oggetti e ambienti digitali da soli, oppure acquistarli da sviluppatori più o meno indipendenti, e interagire con chiunque vogliamo, quando vogliamo e dove vogliamo! Zuckerberg definisce il Metaverso come “il successore di Internet mobile, grazie al quale saremo in grado di sentirci presenti come se fossimo proprio lì con le persone, non importa quanto siamo distanti. Saremo in grado di esprimerci in nuovi modi gioiosi e completamente immersivi. Oggi siamo visti come una società̀ di social media, ma nel nostro Dna siamo un’azienda che costruisce tecnologia per connettere le persone e il Metaverso è la prossima frontiera proprio come lo era il social network quando abbiamo iniziato”. Molte persone si sono chieste quanto la nostra vita cambierà e soprattutto quanto questa rivoluzione ci condizionerà. La verità è che la tecnologia di oggi è limitata da uno schermo, ostacolo che con questa nuova realtà si proverà a superare. Secondo Zuckerberg, infatti: “non si tratterà di passare più̀ tempo davanti allo schermo, ma di migliorare la qualità̀ di quel tempo”. È per questo motivo che si punta alla creazione di ambienti digitali condivisi insieme ad altre persone con la sensazione di essere davvero lì con gli altri. Per rendere possibile tutto ciò, nei prossimi anni, i device diventeranno indossabili: visori, occhiali e piccole protesi ci permetteranno di vivere, completamente, nella realtà online. Sorgono però, inevitabilmente, delle perplessità: se da un lato tutto questo può essere un’enorme innovazione in termini di intelligenza artificiale, dall’altro può instaurare in noi mille dubbi e paure riguardanti la potenza che avrà questa realtà nel cambiare completamente le nostre abitudini e la nostra vita! Una delle preoccupazioni più grandi è di arrivare ad un utilizzo talmente elevato in termini di tempo da non riuscire più a distinguere la realtà online da quella offline, l’unica ad essere reale! Perché scegliere di trascorrere gran parte del nostro tempo nel Metaverso? La risposta a questo quesito è molto semplice: ci creeremo un mondo tutto nostro in cui noi (o meglio, i nostri Avatar) faranno ciò che ci piace di più in base alle mancanze che abbiamo nella vita di tutti i giorni. Realizzeremo il nostro Avatar personalizzato: bello, intelligente, estroverso e senza alcun difetto! Ciò provocherà, a mio avviso, numerosi danni per le persone più insicure e fragili: una volta uscite dalla realtà digitale, si troveranno a dover fare i conti con le loro paure e incertezze! Tutto questo rischia di essere seriamente frustrante: ritornare da un momento all’altro nella vita offline, guardare in faccia la realtà con il peso addosso di un “Io inesistente” destabilizza, non poco! È ancora presto per esprimere un’opinione completa al riguardo. Ciò che è certo è che l’uso della tecnologia non è una corsa sulle montagne russe. Troppi ragazzi (e adulti) la vivono così, senza cinture di sicurezza. Una sperimentazione inconsapevole e superficiale, priva di responsabilità, rischia di trasformarsi in un boomerang nel percorso emotivo di ciascuno di noi…e di fare più male che bene!
C.G.
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