Salve! Sono il microscopio inglese di Thomas Ross.
Sono abbastanza piccolo, di un colore oro brillante e nonostante i miei anni sono ancora in ottime condizioni. Vado molto fiero della vastissima collezione di vetrini sui quali proprio Francesco Negri ha approfondito molte conoscenze di ottica, fotografia e pratica microscopica.
Per oltre mezzo secolo sono stato conservato in una cassaforte della presidenza dell’Istituto Superiore Balbo.
Prima di questo evento posso dire di aver vissuto appieno la mia vita, al fianco del mio fedele compagno Francesco Negri, fotografo, avvocato e sindaco di Casale.
Abbiamo fatto molte scoperte negli anni, come i primi scatti del bacillo del Koch responsabile della tubercolosi oppure di quello del colera. Ho ancora conservati nella mia valigetta molti preparati microscopici originali e un centinaio di riproduzioni di microrganismi.
Adoravo passare le giornate in quei laboratori dove svariati scienziati come Robert Koch, Edoardo Perroncito e Angelo Celli mi maneggiavano con cura e cercavano di contribuire all’evolversi della scienza: in quel luogo mi sentivo utile a qualcosa.
Il primo ingresso nella mia nuova dimora è stato nel 1949, quando mi hanno fatto prendere il posto di un vecchio microscopio rubato per la soddisfazione di un professore di scienze. All’epoca il sindaco Angelini non aveva però intuito che sono adatto soprattutto alle ricerche microbiologiche, e che quindi per gli studenti non ero esattamente lo strumento più utile.
Gli alunni sfortunatamente non mi hanno mai usato in modo del tutto proficuo per i loro studi. Con il tempo le tecnologie si sono evolute e la mia funzionalità, purtroppo, non era più quella di una volta; nonostante ciò, rimarrò uno dei microscopi più rari e preziosi della storia.
Però il 16 ottobre 2021 è successa una cosa inaspettata: mi hanno tirato fuori per la commemorazione degli 80 anni del Liceo Scientifico!
Mi hanno messo su un piedistallo proprio al centro dell’aula magna, in modo che io non possa passare inosservato! Insomma, tutti i miei vetrini e i miei obbiettivi sono ben in mostra, a dimostrazione del grande lavoro effettuato dalle varie generazioni vissute prima di questi ragazzi, volenterosi e pieni di curiosità, che si sono interessati alla mia storia, raccontandola ogni giorno con grande passione ai visitatori dell’esposizione.
A questo punto della mia esistenza, posso dire di essere andato in pensione e di aver appeso il vetrino al chiodo, ma essere qui a testimoniare i primi passi in avanti per la scienza mi fa sentire di nuovo come un tempo, quando lavoravo nei laboratori con i grandi scienziati di ieri, mentre ora probabilmente mi passano davanti i grandi scienziati del domani.
F. D.
III B Scie
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