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Continua a crescere senza sosta l’utilizzo dei bambini soldato nella guerra. Si tratta di adolescenti dai 8 ai 18 anni che ogni giorno vengono rapiti, sottratti o persino venduti dalle proprie famiglie per obbligarsi a prestare servizio militare i guerra. In almeno 14 Paesi del mondo sono 30.000 gli arruolamenti a partire dal 2012.
Ma chi sono i bambini soldato? Per bambino soldato si intende qualsiasi persona di età inferiore ai 18 anni che è stata reclutata da un gruppo armato di qualsiasi titolo, incluso bambini, ragazzi e ragazze.
Questi bambini vengono utilizzati come spie, come veri e propri soldati, per scopi sessuali o come delle vere e proprie mine vaganti nei casi più pericolosi. I Paesi nei quali sono più diffusi sono: Afghanistan, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Iraq, Nigeria, Somalia, Sudan, Siria, Yemen, e Filippine.
Questi bambini vengono privati della loro infanzia e soprattutto dei loro diritti. Molti di questi non hanno ricevuto alcuna educazione o un’educazione inadeguata per capire la pericolosità del lavoro. Questi bambini ne possono rimanere vittima per anni o per mesi, uscendone traumatizzati dall’abuso subito. Proprio per questo sono numerose le associazioni che vogliono aiutarli. Nel 2020 INTERSOS conduce progetti per reintegrare ex bambini soldato di modo tale che possano ricevere una buona educazione senza l’uso di armi o strumenti pericolosi nelle loro mani. Persino UNICEF da il suo contributo con lo scopo principale di allontanare i bambini dai gruppi armati o dagli eserciti, poi assicurare loro accessi ai servizi sanitari e infine il reinserimento familiare e sociale dei bambini soldato.
In occasione della Giornata Internazionale contro l’uso dei bambini soldato del 12 febbraio, l’organizzazione umanitaria italiana INTERSOS dedica la campagna #STOPBAMBINISOLDATO condotta da attivisti della società civile per reintegrare gli ex bambini nella società e consentire loro una vita di normalità.
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