Ciao a tutti e benvenuti in questa nuova rubrica! Qui parleremo di Economia, Sostenibilità e Marketing, tematiche che, seppur differenti tra loro, hanno più fili connettori.
Partiamo proprio dalla foto qui sopra, di cui riporto la frase: “There is NO Planet B”, ovvero “Non c’è un Pianeta B.”.
Queste parole sono state pronunciate pochi giorni fa dall’ambientalista svedese Greta Thumberg, in occasione delle cinque giornate di focus sul clima, durate dal 28 settembre al 2 ottobre a Milano.
Per i primi due giorni si è svolta la "Youth4Climate: Driving Ambition", conferenza dei giovani sul clima organizzata dal governo italiano come evento introduttivo alla Pre-Cop26, riunione dei ministri dell’Ambiente in vista della Cop26, conferenza annuale dell’Onu in programma a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre. Al “Youth4Climate” sono stati invitati ben 400 giovani provenienti da tutto il mondo, due per ognuno dei 197 Paesi dell’Onu, tra cui l’Ugandese Vanessa Nakate.
Ad intervenire sono stati il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, seguito dal presidente britannico della Cop26 Alok Sharma, dal segretario della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici Patricia Espinosa e dal sindaco di Milano Giuseppe Sala.
Il Presidente del Consiglio Mario Draghi esorta ad una responsabilizzazione ed un concreto cambiamento, dichiarando: “...l'attuale andamento ci dice che non stiamo riuscendo a mantenere la nostra promessa di contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi. La pandemia ed i cambiamenti climatici hanno contribuito a spingere quasi 100 milioni persone in povertà estrema, portando il totale a 730 milioni. La crisi climatica, la crisi sanitaria e quella alimentare sono strettamente correlate. Per affrontare tutte queste crisi, dobbiamo agire più velocemente, molto più velocemente, e con più efficacia”, ha affermato.
Ma il Premier ha anche voluto sottolineare l’impegno dei giovani di questi ultimi mesi, ricordando che la generazione Z è la più minacciata dai cambiamenti climatici.
Successivamente è stato il turno di Greta Thumberg, che ha parlato di cambiamenti climatici e politiche connesse:
“Il cambiamento climatico non è solo una minaccia, ma soprattutto un’opportunità per creare un pianeta più verde e più sano. Quando parlo di cambiamento climatico cosa vi viene in mente? Io penso ai posti di lavoro, ai lavori verdi, ecologici. Dobbiamo trovare una transizione senza traumi, perché non c’è il piano B, non c’è il piano bla bla bla. Qui non stiamo parlando semplicemente di un costoso e politicamente corretto green washing bla bla bla, green economy bla bla bla, net zero al 2050 bla bla bla. Non si può andare avanti con il bla bla bla. È tutto quello che sentiamo dai nostri cosiddetti leader politici. Parole che sembrano bellissime ma per ora non hanno portato ad alcuna azione”. (Click qui per vedere e ascoltare alcune frasi del suo intervento).
Sono parole forti, di grande impatto ma che, come afferma, non hanno ancora portato a nessuna azione. A me dispiace che molti giovani vedano Greta come un personaggio ridicolo o una ragazza che non arriverà da nessuna parte. Secondo me invece è una delle poche persone che non si è limitata a parlare, ma è passata all'azione e ha anche ottenuto grandi risultati. Basta pensare che ha creato un movimento globale, Friday for future, che ha riunito milioni di giovani e non solo di nazionalità diverse nelle piazze del mondo. Ha rivoluzionato, o meglio, ribaltato la situazione ambientale globale. E tutto questo a 18 anni!
Come in tutte le cose si può essere d’accordo o non, ma non trovo corretto sminuire le azioni e la volontà di una ragazza che sta provando, in concreto, a contribuire nel miglioramento di aspetti fondamentali della società di oggi, dove tutti viviamo e che perciò riguarda ognuno di noi.
Il diritto alla salute riguarda i singoli e la collettività. C’è, tuttavia, una precondizione al diritto alla salute, che riguarda i luoghi in cui la vita si svolge: si tratta del DIRITTO A UN AMBIENTE SALUBRE! Al tempo dell’elaborazione della Costituzione Italiana, la questione dell’inquinamento, della deforestazione, della cementificazione e del degrado del territorio naturale non era avvertita nella stessa misura in cui lo è oggi. Ma l’articolo 9 della Costituzione, ricordiamoci, attribuisce alla Repubblica, la tutela del paesaggio, inteso nel senso non solo estetico, ma anche come ambiente conforme alle esigenze vitali delle popolazioni.
In Italia, abbiamo molti esempi, alquanto tristi, del non rispetto dell’ambiente che hanno provocato gravissimi danni alla salute delle persone, perfino mortali: “la terra dei fuochi” nelle province di Napoli e Caserta, il quartiere Tamburi di Taranto sotto le ciminiere dell’acciaieria Ilva, oggi tristemente noto per l’altissima percentuale di morti per tumori e malattie polmonari, la Nostra città di Casale Monferrato invasa dalle polveri d’amianto della Eternit, ed infine, l’ormai annoso problema di erosione del territorio, che si riscopre ogni anno con nuove vittime, nuove frane e alluvioni.
BASTA BLA BLA BLA, MA GIUSTIZIA CLIMATICA!
C.G.
3 A COM
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