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Lettera al virus




Non so bene come dovrei rivolgermi a te, sei un virus, un parassita che senza un corpo non è nulla. Comunque credo che sarò gentile al contrario di come lo sei stato tu, tu sei entrato nelle nostre vite, come un ladro che entra in una casa per rubare, ecco tu hai fatto la stessa cosa, solo molto peggio. Non hai rubato solo la mia normalità, ma quella di centinaia di migliaia di persone, hai distrutto delle famiglie, hai ucciso molta gente. Tu sei peggio di un ladro, è passato un anno da quando sei arrivato e molti Paesi non hanno neanche i soldi per permettersi le cure. Vedi io credo che con te la situazione sia peggiorata, perché le persone sono diventate molto più egoiste di quelle che erano già. Il pensare solo a sé stessi in questi mesi, si è ingigantito notevolmente, lo vedo nella quotidianità, per esempio la gente per non rispettare le norme trova sempre delle scuse che non hanno ne capo ne coda.

Non voglio ringraziarti, perché hai fatto cose terribili, voglio solo chiederti una cosa, ossia: “Quando hai intenzione di andartene?” perché vorrei ritornare alla normalità, quando potevo venire a scuola senza mascherina, quando durante all’intervallo si doveva andare a prendere la pizzetta dal paninaro e c’era una coda infinita, quando alla mattina mi svegliavo presto per poi dover aspettare il treno che era perennemente in ritardo…Tu mi hai portato via tutto questo, e io lo rivorrei indietro.

Attenderò la tua risposta.

Un abbraccio da lontano.


E. A.
2 B Scu

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