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LA STORIA CHE VIVIAMO


A causa del Covid-19, purtroppo, le nostre vite sono state interrotte di punto in bianco. La scuola è stata chiusa, tutte le attività sportive sono state abbandonate, le uscite con gli amici annullate e molto altro ancora. L’unica cosa che ci ha davvero tenuti legati sono stati i social, che nonostante tutti i loro difetti, sono riusciti a non farci distaccare del tutto dalla realtà. Ovviamente parliamo di una realtà molto diversa rispetto a quella che si può vivere ogni giorno,perchè grazie ai social si può viaggiare e scoprire luoghi che in un giorno normale di scuola non avresti mai potuto vedere, o semplicemente il fatto di dover impegnare intere giornate portavano la noia a trasformarsi in creatività e in curiosità, questo giocava un ruolo importante ai social e al mondo di internet. Ma non solo grazie alla tecnologia sono riuscita a “sopravvivere”, il merito lo devo anche alla lettura e all’arte. La lettura mi ha permesso di evadere dagli schemi, ancora di più dei social, poiché i libri sono pensieri di persone scritte con una penna sulla carta, magari durante un attacco aereo, se è stato scritto durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, o magari in un piccolo appartamento in una Parigi degli anni ‘60. Insomma la lettura mi da modo di creare e impersonarmi in nuovi mondi e nuove idee di pensare, di vedere e percepire diverse realtà.

E’ stata una sorta di pausa da una vita che stava andando troppo veloce, talmente tanto veloce che mi stavo perdendo tutto. Mi stavo perdendo i tramonti dal mio porticato immerso nella campagna, mi stavo perdendo la bellezza della mia piccola cameretta (che in quarantena ho iniziato a chiamare il mio piccolo covo). Mi stavo perdendo la bellezza di leggere immersa in un boschetto. La vita prima della quarantena mi stava sfuggendo totalmente di mano, non mi stavo godendo nulla di quella che dovrebbe essere la mia adolescenza, i miei anni migliori, quelli che non torneranno mai più. Prima della quarantena andava tutto più in fretta e le giornate erano tutte uguali, la vita mi stava travolgendo, come un’onda molto più alta di quanto mi potessi aspettare, e io non me ne sono mai resa conto. Quando ho rallentato ho trovato la felicità nelle piccole cose, come il potermi alzare più tardi o poter fare più pasti al giorno con tutta la mia famiglia, o anche banalmente poter sfruttare la mia poca bravura con la tecnologia per motivi scolastici.

La cosa che mi terrorizza però è che con l’inizio della scuola, mi sta di nuovo sfuggendo di mano tutto, e la cosa strana è che dovrei esserci abituata e poterne uscire nuovamente più forte di prima, come è successo durante questa quarantena.

Ma non sta succedendo, perchè mi ero ripromessa che la vita non mi sarebbe più sfuggita di mano come prima, e ora che sta ricapitando mi sento molto irresponsabile e sto male con me stessa. Queste parole potrebbero sembrare catastrofiche oppure troppo pessimiste se dette da una ragazza che ha a malapena vissuto due quarti di tutta la sua vita, ma dal mio punto di vista sono la realtà. Come se un piccolo topolino dovesse raccontare quanto è lungo e mastodontico un corridoio a un grosso cane. Il topolino sono io e il grosso cane è la vita. La scuola in presenza sembra quasi una nuova realtà dopo tutto quello che abbiamo affrontato, rivedere di persona tutti i miei compagni e non attraverso uno schermo mi ha fatto un certo effetto. Una delle cose più difficili è stato abbandonare la mura di casa mia, ormai mi sono molto affezionata a un luogo che prima vedevo solo come il luogo noioso in cui si tornava dopo una giornata divertente in giro. Ma sono certa che piano piano, m'abituerò a vivere la vita fuori da queste quattro mura di nuovo.

F.C. 
3 B Scu

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