Passa ai contenuti principali

LETTERA AL VIRUS


CARO VIRUS,

ormai è più di un anno che sei entrato a far parte delle nostre vite, ma questa comparsa improvvisa, non è stata piacevole. È iniziato tutto a fine febbraio del 2020, e in un attimo arrivammo ai primi di marzo obbligati a stare in casa, con la possibilità di uscire solo per fare la spesa, un’azione che prima di del covid era normalissima…oggi invece, si può considerare l’unica gioia della giornata!

Marzo 2020, tutti felici per la chiusura di due settimane della scuola; poi però questa cosa si prolungò fino a maggio tutti seduti davanti a un computer, senza avere nessun tipo di contatto fisico con i nostri amici, con i professori, con i parenti! Io non ho sofferto molto questa chiusura totale, perché ho passato molto più tempo con la mia famiglia.

L’estate era alle porte! Il covid era quasi sparito, pochissimi contagi ed eravamo tutti felici e spensierati…

Agosto, i contagi iniziano a salire sempre di più

Settembre: tutti ritornano a scuola, con mascherine e igienizzanti a tutto andare! Ma eravamo felici…

Ottobre, una settimana in classe con i nostri compagni, una settimana in DAD, fino a ricominciare a stare tutti a casa, davanti al computer

Aprile 2021, la situazione non è cambiata molto, sempre la stessa routine; ore 8 videolezioni, ore 13 pranzo, ore 14 compiti ore 15 chiamata con gli amici e così via. Siamo stanchi di tutto questo.

Carissimo virus, ti chiedo di sparire per sempre, hai fatto troppi danni, ci togli il contatto fisico, ci metti la paura di uscire per paura di essere contagiati, ci togli la felicità, tutto ciò che per un adolescente come me dovrebbe avere. È come se fossimo rinchiusi in questa gabbia con un lucchetto e la chiave fosse stata buttata.

C.G.

2 B Scu


Commenti

Post popolari in questo blog

“Dica pur chi mal dir vuole. Noi faremo e voi direte”. Canzone delle Cicale

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/vectors/cricket-insetto-cavalletta-pest-47470/ Le fanciulle:  Donne, siam, come vedete,  giovanette vaghe e liete.  Noi ci andiam dando diletto,  come s’usa il carnasciale:  l’altrui bene hanno in dispetto  gl’invidiosi e le cicale;  poi si sfogon col dir male  le cicale che vedete.  Noi siam pure sventurate!  le cicale in preda ci hanno,  che non canton sol la state,  anzi duron tutto l’anno;  a color che peggio fanno,  sempre dir peggio udirete.   Le cicale:  Quel ch’è la Natura nostra,  donne belle, facciam noi;  ma spesso è la colpa vostra,  quando lo ridite voi;  vuolsi far le cose, e poi ...  saperle tener secrete.  Chi fa presto, può fuggire  il pericol del parlare.  Che vi giova un far morire,  sol per farlo assai stentare?  Se v’offende il cicalare,  fate, mentre che potete.   Le fanciulle:  Or che val nostra bellezza, se si perde per parole?  Viva amore e gentilezza! Muoia invidia e a chi ben duole!  Dica pur chi mal dir vuo

BISOGNA COLTIVARE IL NOSTRO GIARDINO” Candido, Voltaire

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/photos/zen-giardino-meditazione-monaco-2040340/ Questa citazione un po' enigmatica, è tratta dal libro molto celebre di Voltaire e riguarda un tema che ancora oggi suscita in noi tante domande: le stesse alle quali Candido, il protagonista, si era trovato a rispondere... nel romanzo vengono contrapposte le idee di due personaggi che simboleggiano  l' eterno scontro tra bene e male: Pangloss, il primo personaggio, aveva un'idea completamente ottimistica del mondo e delle persone, la quale è raccontata in chiave satirica dallo scrittore, in quanto al personaggio che professa questa dottrina e a tutti gli altri, capitano atroci disavventure e catastrofi naturali. L'asserto è così astratto e utopico, da non poter combaciare con il mondo reale e il male che vi è insediato. Questo concetto è ripreso dal manicheo (pessimista) Martin che, contrariamente a Pangloss, pensa che il mondo sia dominato interamente dal male, sia fisico

“Ho sognato che il cervo illeso chiedeva perdono al cacciatore deluso”

Immagine tratta da: https://pixabay.com/it/photos/cervo-dollaro-mattina-natura-1082318/ Questa citazione è tratta da “libro dei sogni” di Jorge Luis Borges; uno scrittore, poeta e filosofo argentino, ritenuto uno degli autori più importanti e influenti del secolo scorso. Tra le sue innumerevoli opere scrive anche il Libro dei sogno .  Quest’opera è una silloge di 113 racconti, citazioni e storie con protagonista il sogno. Ogni storia è indipendente dall’altra e la sua particolarità è che si possono incontrare tra i più vari autori e frammenti di opere già esistenti. Si passa da Ungaretti ad Alfonso X di Castiglia, da Kafka a Caedmon, da personaggi biblici a quelli completamente inventati andando così a formare una specie di enciclopedia su questo meraviglioso e misterioso mondo dei sogni.  Proprio per questa caratteristica che ha, sembra essere una sorta di antologia mancata senza le contestualizzazioni e  le spiegazioni da parte dell’autore. Tocca, infatti, al lettore dargli un signif