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Cronaca della mia pandemia



 Casale M. 2019

“Attento quando esci, c’è un virus in giro”. Mia mamma come al solito con le sue raccomandazioni doveva stressarmi. Ovviamente in quanto adolescente non ci penso proprio di stare a casa. Questi momenti non mi verranno restituiti.

O mi diverto ora o non lo farò mai più. La scelta mi pare ovvia.

Questo virus si chiama COVID e arriva dalla Cina. Onestamente pensavo fosse un modo di intimorire la popolazione.

Alcuni giorni dopo, si venne a sapere che i contagi stavano aumentando sempre di più, ma la situazione non era chiara del tutto anche se i media erano pieni di informazioni riguardo questo COVID-19; che ha fatto diventare le persone che ci circondano sempre più introverse e meno intraprendenti essendo che non era più possibile uscire nella quotidianità a causa delle disposizioni per prevenire il virus.

Casale, così come quasi tutta l'Italia entrò in lockdown: era vietato qualsiasi tipo di spostamento. Il Covid oramai era conosciuto in tutto il mondo, era affare di tutti.

Molte persone, a causa del lockdown, sperimentarono nuove  cose e diedero spazio alla loro creatività.

Per esempio un famoso scrittore (che per qualche strano motivo tentò il suicidio) sosteneva che il covid fosse la giusta punizione per l'umanità, e scrisse libri su tali argomenti.

Il numero di morti non diminuiva e gli ospedali, ormai al collasso, si trovavano di fronte a una scelta bruttissima da prendere: chi curare e chi no. I posti erano pochissimi, quindi si dava priorità ai casi più gravi.

Ciò che non doveva succedere invece successe. Panico tra la popolazione. Panico per strada. Molte persone non avevano più neanche un briciolo di speranza.

Kevin, un amico che conobbi durante la pandemia, ebbe l’opportunità di trasferirsi a sud in un paesino sperduto con pochissimi abitanti e stare al sicuro.

Decise comunque di restare qui ad aiutare la sua famiglia e i suoi amici.

I bambini erano privati della loro infanzia. Si notava immensa tristezza nei loro volti.

Gli adulti erano scettici sulle possibilità di uscire da questa situazione in tempi brevi.

Tra le nuvole di un non così freddo inverno sbucò un raggio: Un vaccino era quasi pronto.

Gli scettici pure sul vaccino non mancavano.

Gli scienziati sono stati chiari. L’unico modo di uscire da questa situazione è vaccinarsi.

Un caos mediatico scoppiò in tutto il mondo.

L’arrivo del nuovo anno, il 2021. alleviò la tensione che da settimane era nell’aria.

La campagna vaccinale iniziò. Sembrava andare per il verso giusto, nonostante un alone di mistero su questo vaccino.

I vaccinati aumentavano (la priorità era data al personale sanitario).

A parte qualche raro caso di decesso a causa del vaccino, erano ormai oltre 10 milioni i vaccinati.

Nuovi ostacoli si presentarono puntuali.

Si erano create alcune mutazioni del virus in grado di aggirare il vaccino o comunque di renderlo meno efficace . Le cosiddette varianti inglesi e sudafricane.

Bisognava assolutamente evitare di far diffondere queste varianti.

Cosa ti aspetti da un racconto del genere? Ovvio che si diffusero pure le varianti, proprio come non doveva succedere.

Nuovi lockdown e nuove restrizioni.

I flashback dell’anno prima stavano riaffiorando nelle teste delle persone.

Quella speranza che risiedeva nel vaccino andava spegnendosi. 

La verità è che è tutto incerto, nulla è sicuro. Potrebbe finire tutto tra sei mesi, tra un anno o tra dieci anni.

La cosa certa è che tutto questo ci ha segnati nel profondo. Abbiamo imparato a stare chiusi in casa, a stare in compagnia di noi stessi, a riflettere. Abbiamo capito quanto bello e importante possa essere un semplice abbraccio che prima ritenevamo banale.

Abbiamo imparato a rimpiangere tutti i bei momenti. Abbiamo capito l’importanza di amare.


L.C.G.

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