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Un vortice all’interno al collo della bottiglia


Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/photos/gabbiani-spa%C3%9Ffoto-comporre-2662550/


Provate ad agitare velocemente una bottiglia piena d’acqua e a capovolgerla per fare uscire il  liquido. Si forma un vortice all’interno e la quantità dell’acqua che vuole uscire è troppa rispetto al  collo della bottiglia. Così mi sento io riguardo a ciò che sta succedendo negli ultimi tempi: ragazzi  che riprendono col cellulare i momenti in cui diventano aguzzini di una vittima. Alunni che  minacciano e picchiano i professori mandandoli all’ospedale. Genitori che assalgono e feriscono i  professori in difesa dei loro figli. Chiaramente il tutto viene diffuso soprattutto sui social. 

“Quando la città retta a democrazia si ubriaca di libertà confondendola con la licenza…; quando il padre si abbassa al livello del figlio e si mette, bamboleggiando, a copiarlo perché ha paura del  figlio; quando il figlio si mette alla pari del padre e, lungi dal rispettarlo, impara a disprezzarlo per  la sua avidità; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una  libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine; c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a  tutto e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle? 

In ambiente siffatto, in cui il maestro teme ed adula gli scolari e gli scolari non tengono in alcun  conto i maestri; in cui tutto si mescola e si confonde; in cui tutto è concesso a tutti in modo che tutti  ne diventino complici, dico, pensi tu che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà, quella  libertà dal pericolo dell’autoritarismo? … Così la democrazia muore: per abuso di se stessa. E prima  che nel sangue, nel ridicolo.” Scrisse Platone, nella “Repubblica”. 

Quanta attualità e quanta lungimiranza in un capolavoro così antico. 

Quando non c’è più rispetto per se stesso e per l’altro è la fine. E oggi non si è più educati al  rispetto per l’altro. È il momento dell’apparire e non dell’essere. 

L’educazione accomuna tutti. La vera tragedia è che non esiste quasi più nella società. O meglio la  fascia dei maleducati cresce sempre più. Si sono sgretolate la famiglia e la scuola e  conseguentemente la società a tutti i livelli. 

Qualcuno potrebbe sussurrare con un filo di voce: “È il progresso”. Credo che, invece, sia un  processo irreversibile di sfacelo. 

Siamo in un’epoca dove il male si diffonde subito, il bene no: il bene non è virale. 

D.V. 

VB ling.


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