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"Il patriarcato odia tutto quello che è diverso da un modello molto ristretto di essere umano. Perché tutto quello che è diverso è potenzialmente libero." Giulia Blasi.
Giulia Blasi dice “essere umano” e non “donna”. Perché il patriarcato odia tutti quelli che sono diversi dai modelli esistenti, indipendentemente dal loro genere.
Il patriarcato odia le donne che non sono sempre carine ed educate, materne, “a modo”, curate. Ovviamente odia le donne che alzano la voce, che non spendono la vita al servizio di uomini, le donne indipendenti, le donne che se ne fregano del modello che la società ha cucito addosso a loro per farle sentire meritevoli di rispetto. Ma, così come odia quelle donne, odia anche gli uomini che decidono di non essere forti, competitivi, pronti a usare la violenza in ogni momento.
Il patriarcato odia gli uomini sensibili, gli uomini che non alzano la voce, quelli che rispettano le donne e non le trattano in modo paternalistico. Odia gli uomini che sono carini e affettuosi verso gli altri uomini, gli uomini che piangono.
Il patriarcato odia le persone che rifiutano questa divisione binaria tra uomo e donna, che è uno dei pilastri del sistema. Quindi il patriarcato decisamente odia le persone non binarie, ma anche le persone transgender, gli omosessuali e i bisessuali. Perché loro di regole ne distruggono davvero troppe.
Diamo per scontato tante cose: di non essere abbastanza, di essere responsabili per i comportamenti altrui nei nostri confronti, del nostro aspetto, sopratutto di quello che possiamo concretamente fare per contribuire al cambiamento.
La cultura patriarcale ha gettato acqua sui nostri entusiasmi, arrivando a convincerci che no, non possiamo fare nulla. A che servirebbe combattere se il cambiamento arriverebbe tra cento anni?
Io so che nel mio piccolo posso fare qualcosa: è pur sempre un passo.
E consiglio anche a voi: leggete, informatevi su più fronti, partecipate alle manifestazioni, firmate petizioni, sostenete, o create, progetti solidali, scrivete anche voi, parlate con chi ignora questi argomenti, protestate.
Siate aperti. Nessuno è libero dalla responsabilità di poter fare la propria parte. Essere privilegiati non è un insulto, ma un invito alla riflessione e all'azione.
Non è facile cambiare un sistema che va avanti da secoli, ma lavorando insieme possiamo velocizzare il processo. Cominciamo dall'apprendere, diamoci delle basi per poi passare alla riflessione anche sulla nostra singola condizione. Vedremo come non sono i femminismi a volere la divisione tra uomo e donna, ma il patriarcato stesso. Abbiamo un nemico comune, combattiamolo. Le lezioni dei femminismi veri, lontani da ciò che ci è sempre stato raccontato in malafede, servono anche agli uomini.
D.V.
V B Ling.
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