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Gaslighting prima parte

Immagine tratta dal sito : https://pixabay.com/it/photos/donna-uomo-wall-rage-aggressione-228177/



Sente le chiavi nella serratura.

La vede entrare dalla porta: è bellissima.

Un vestitino leggero color cremisi le avvolge il corpo. I capelli sono sciolti e ricadono sulle sue spalle, avvolte solo da due lacci sottili che permettono al tessuto del vestito di aderire alla sua pelle.

Lei lavora in uno studio legale: ha dovuto studiare anni per diventare la donna che è oggi. È riuscita ad aprirsi uno studio da sola: con le proprie forze e i propri sacrifici.

Sono le 21 e 07.

Lui sa che lei non si sarebbe mai permessa di arrivare tardi a casa e violare il coprifuoco. Dopotutto, fin dal giorno in cui si fidanzarono ufficialmente, andando a convivere insieme, in un appartamento isolato dal centro città, lui aveva messo le cose in chiaro: lei non sarebbe potuta uscire come e quando voleva, avrebbe prima dovuto chiedere a lui il permesso; aveva un orario entro il quale poter rientrare in casa: non poteva stare fuori casa più di otto ore, lo stretto necessario per terminare il suo lavoro nello studio legale; non poteva truccarsi, vestirsi con abiti eleganti o aderenti, tenere i capelli sciolti, chiamare le amiche, andare in libreria per comprarsi dei libri.

Non poteva fare niente che riguardasse l'esterno di quelle quattro mura.

Lui era geloso e possessivo e aveva il terrore lei scappasse nelle braccia di qualcun altro.

Quella sera lei era arrivata a casa con sette minuti di ritardo. Per tutto il tragitto, che la conduceva dal suo studio legale al suo appartamento isolato, in cui l'avrebbe aspettata l'uomo di cui era innamorata, continuò a ripetere, come un mantra, il discorso che avrebbe dovuto fare al suo ragazzo, per fare in modo che lui non si arrabbiasse per i suoi sette minuti di ritardo: dovuti al fatto che il treno, quel giorno, fece una fermata che non era solito fare e lei non aveva altri mezzi per giungere fino alla periferia della città, se non aspettare che il treno ripartisse.

Ma in fondo lo sapeva, che anche cercando di dosare le parole, scegliendole con cura e attenzione e chiedendo scusa prima ancora di incontrare i suoi occhi, lui avrebbe lasciato agire la sua mano, prima della sua mente: in lui, la parte violenta prevaleva sempre su quella razionale.

Infatti, senza darle nemmeno il tempo di farle pronunciare "ciao, scusa", le sferrò un pugno sullo zigomo, poi un altro sulla mandibola. Prese ciocche dei suoi capelli tra le dita, per poi stringerle dentro a un pugno e tirarle, facendole sbattere la testa contro il muro di mattoni del loro appartamento. 

La sua rabbia non cessava, più tirava calci e pugni, più si sentiva potente.

La stanza era, ormai, satura di violenza.

Decise, poi, di sedersi per terra, vicino al corpo inerme della sua ragazza.

Si avvicinò al suo orecchio sussurrandole: " Piacere, sono un narcisista. Ora ti elencherò, quello che ti spetterà ogni volta che riuscirai a sopravvivere alla mia ira: ti farò sentire la persona più fortunata di questo mondo. Ti farò toccare il cielo con un dito, ti farò volare così in alto che ti sembrerà di essere finita dentro una favola. Grazie a me proverai emozioni mai sentite prima, ti farò battere il cuore così forte come non ti è mai successo prima di me, ti farò sognare e sperare con le lacrime agli occhi, ti farò provare un'euforia di tale intensità che ti sembrerà di essere pazza. Quello che ancora non sai è che arriverai a maledire il giorno in cui mi hai conosciuto, che ti farò sprofondare negli abissi così neri e profondi, ti farò cadere così in basso e così rovinosamente che non vorrai più vivere. Quello sarà il prezzo da pagare per il tempo e le cure che mi avrai dedicato.

Tutto quello che mi dirai, prima o poi verrà usato contro di te. Raccoglierò attentamente tutti i tuoi dati sensibili, studierò le tue debolezze, i tuoi valori morali, la tua capacità di sacrificio e, ogni volta che mi farà comodo, userò tutto quello che so su di te per farti sentire in colpa, manipolarti, minacciarti e distruggerti.

Ti farò fare cose mai fatte prima nella tua vita. Se non sai cosa significa gelosia e sei sempre stata per la fiducia totale e rispetto della privacy, ti trasformerò in una pazza paranoica che frugherà nelle mie tasche, passerà giornate intere in lacrime in attesa di un messaggio o una chiamata, controllando ossessivamente i miei accessi su Facebook, Messenger, Whatsapp, Instagram. Ti farò sentire una persona: insicura, brutta, inferiore, inadeguata, pazza, non degna di me. Ti farò patire le pene dell’inferno e vivere nel dubbio di avere delle rivali ad ogni angolo. Ti farò perdere: tempo, soldi, sonno, serenità e, infine, stima di te stessa.

Ti farò impazzire con il mio eloquio polemico e inconcludente, con i miei equilibrismi verbali, con i miei silenzi calcolati, con la mia freddezza e umiliazioni, che si alterneranno ai sempre più rari momenti di pace. Mentirò sempre e comunque, racconterò versioni ribaltate sulle mie ex, di cui parlerò male all'inizio: psicopatiche, stalker, isteriche, ossessive, soffocanti, ingiuste, fallite, per farti sentire unica e speciale e poi ne parlerò bene alla fine: pazienti, tolleranti, ricche, buone, capaci, generose, per farti sentire una nullità.

Ti farò tremare, piangere e vivere nell'ansia costante, ti farò credere ogni giorno di aver sbagliato qualcosa. Ti porterò a fingere, a tacere, a stare attenta a ogni tuo gesto e ogni tua parola rivolti a me. Ti farò arrivare a chiedermi scusa anche perché respiri, mentre mi terrò il diritto di prenderti in giro, mentirti, tradirti, umiliarti ed insultarti e mai ti chiederò scusa per tutto ciò. Minimizzerò ogni mio errore e ne esagererò ogni tuo. Negherò, anche davanti all'evidenza, i fatti avvenuti e le parole dette. Quando ne avrò bisogno distorcerò la realtà con tale virtuosismo, che tu non sarai più sicura dei tuoi stessi sensi e dei tuoi ricordi.

Ti farò sentire sbagliata in qualunque caso: che tu mi ami o rispetti troppo o troppo poco, che tu sia aperta, estroversa, impulsiva o chiusa, introversa e riflessiva. Ti farò vivere sulle spine e, con il tempo, ti farò cadere in depressione.

Mentre sarò occupato a disintegrare la tua personalità, arruolerò parallelamente le nuove leve di vittima con cui ripeterò tutte le fasi perverse del mio rapporto con te e con cui tramerò contro di te quando sarai prossima a essere scaricata.

Ti farò sentire colpevole della rottura e di ogni cosa andata male nel nostro rapporto. Ti farò sentire responsabile delle mie bugie e dei miei tradimenti, ti farò provare l'orrore del sentirti morta dentro. Ti porterò via ogni cosa che non posso avere io: valori morali, positività, stabilità, affetti familiari e amicizie sincere; e che non sono in grado di provare: amore, gioia di vivere, rispetto, fiducia nel prossimo.

Distruggerò tutto ciò che possiedi di bello e, in cambio, ti darò solo brutture: sofferenza, negatività, cinismo, dolore, risentimento, amarezza, apatia, rabbia, dubbi, sensi di colpa e voglia di morire.

Quando ti avrò prosciugata e non avrai più nulla da offrire, ti butterò fuori dalla mia vita come un oggetto vecchio, rotto e inutile e ti sostituirò con un'altra vittima, più interessante in quel momento, perché ancora piena di vita, di gioia e di speranza.

Vivrò a lungo nel tuo cuore perché ti mancherà quel bel personaggio che ho recitato all'inizio, che ho interpretato così bene al fine di catturarti. Lo amerai e lo rimpiangerai per sempre.

Sopravviverò a lungo anche nella tua mente, perché mi odierai per tutto il dolore che ti avrò inflitto, per la più atroce delle delusioni che tu abbia mai vissuto: sarà questa la punizione più dura per esserti permessa di aver conosciuto il vero me.

Passerai mesi o anni a rivivere i ricordi belli e brutti, a rimuginare, a tormentarti, ad alternare i momenti di rabbia e voglia di vendetta a quelli di nostalgia dei primi tempi.

Se ti vedrò tornare a sorridere alla vita ed essere di nuovo felice, lo prenderò come un affronto personale perché significherà che non mi pensi più, quindi tornerò sui miei passi e cercherò di annientarti di nuovo.

Quello che dovresti sapere è che, qualunque cosa io dica o faccia, è valida solo ed esclusivamente in quel preciso momento. Non ho i tuoi: valori morali, sentimenti. Non ho le tue: profonde convinzioni e idee radicate.

Dentro di me ho tutto e il contrario di tutto, e non mi faccio problemi a contraddirmi, a cambiare versione su qualunque cosa in caso di necessità. Dunque tu parti svantaggiata.

Dopo l'esperienza con me imparerai che le parole non valgono niente, che i sentimenti possono essere recitati, che per fare del male a qualcuno non è necessario avere un motivo. Proverai sulla tua pelle il male gratuito e perverso.

Se riuscirai a sopravvivere alla devastazione della tua vita e del tuo essere che avrò prodotto, un giorno mi ringrazierai per averti resa più forte e per averti insegnato esattamente ciò che non vuoi essere: un morto vivente."

Ho creato questo personaggio maschile, perché volevo provare a cambiare prospettiva. Ho provato a esternare tutti i pensieri che un individuo violento può avere quando si trova davanti la sua vittima.

Io non sono un uomo e non sono nemmeno una donna che è stata violata, ma provo, attraverso le notizie che giungono a tutti noi, a creare dei personaggi che possono spiegare al meglio i comportamenti, le azioni, le parole che vengono fatte e dette dal carnefice, ricevute e sentite dalla vittima.


D.V.

V B ling


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