Inizio col dirvi che non vi sto consigliando un documentario, un'autobiografia o un film, ma una persona: Paolo Conte!
Il documentario diretto da
Giorgio Verdelli parla sia della vita, ma soprattutto delle sue canzoni perché,
come dice il maestro astigiano, lui non voleva far diventare famosa la sua
persona, ma le sue canzoni. Infatti i primi brani scritti da Conte furono
interpretati da cantanti come Celentano, Lauzi, Jannacci.
Il suo è uno stile unico,
fatto di immagini sfiorate, di reticenze e di versi onomatopeici, jazz, che a
volte dicono più delle parole. I testi sono forse tra i più vaghi ed
enigmatici, sicché forse è meglio fermarsi ad ascoltare la parte “superficiale”
dei brani senza posi troppe domande. A me, ad esempio, ha colpito molto un
pezzo de Gli impermeabili che recita: “ma come piove bene sugli
impermeabili e non sull'anima”, che secondo può essere riferita agli
avvenimenti che ci “scivolano addosso” o che ci colpiscono nella vita.
Paolo Conte è riuscito a
costruirsi una personalità apprezzatissima dal pubblico di tutto il mondo, con
le sue canzoni, i suoi kazoo e una lirica pazzesca, con orecchio, sentimento e
istinto.
J. C.
III B Scientifico
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