Passa ai contenuti principali

L’integrazione scolastica

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/photos/integrazione-scuola-materna-italia-1519210/


La scuola dovrebbe essere un luogo per tutti, dove qualsiasi persona, per diritto, può andare non solo per apprendere delle nozioni specifiche di ogni materia, ma anche per imparare a vivere. È sempre stata davvero per tutti? La risposta è no, perché se torniamo indietro, a partire dal 1971, viene istituita la legge 118, dove nell’articolo 28 troviamo l’obbligo d’istruzione, il quale deve avvenire nelle classi normali della scuola pubblica e non più in quelle differenziate che si avevano in precedenza. Dal 1971, dopo altre leggi e norme sull’istruzione, si arriva al 2010 e 2011 dove sono riconosciuti i primi casi di DSA e l’approvazione delle linee guida che stabiliscono il diritto allo studio degli studenti con DSA (PDP). Insomma, dietro all’attuale sistema scolastico c’è stato un percorso lungo e impegnativo. A scuola noi, nel nostro “piccolo” da studenti, dobbiamo far in modo che i ragazzi disabili si sentano integrati nel sistema scolastico come la legge prevede, perché, anche loro, hanno gli stessi diritti dei "normodotati", ammesso che esista e che possa essere quantificata la normodotazione intellettiva, ma con un piccolo aiuto in più. Per concludere chiedo: secondo voi, siamo arrivati alla fine di questo percorso d’integrazione oppure c’è ancora della strada da fare? Ai posteri l'ardua (e triste, manchevole, annichilente, anticostituzionale) risposta...

I. R.

V A Scu


Commenti

  1. Bell'articolo, ci sono alcune imprecisioni : la L.517/77 abolisce le cosiddette classi differenziali.
    Manca inoltre un riferimento essenziale, fiore all'occhiello per l'Italia : la legge 104/92 .
    Che dire poi della circolare ministeriale n.8 del 6 marzo 2013 ??? Si parla per la prima volta di bisogni educativi speciali.
    Vogliamo poi parlare dell'ultimo decreto applicativo n.66 del 2017??
    Sull' integrazione occorre essere precisi: è un dovere .
    Prof.ssa Ferraresi .

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

“Dica pur chi mal dir vuole. Noi faremo e voi direte”. Canzone delle Cicale

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/vectors/cricket-insetto-cavalletta-pest-47470/ Le fanciulle:  Donne, siam, come vedete,  giovanette vaghe e liete.  Noi ci andiam dando diletto,  come s’usa il carnasciale:  l’altrui bene hanno in dispetto  gl’invidiosi e le cicale;  poi si sfogon col dir male  le cicale che vedete.  Noi siam pure sventurate!  le cicale in preda ci hanno,  che non canton sol la state,  anzi duron tutto l’anno;  a color che peggio fanno,  sempre dir peggio udirete.   Le cicale:  Quel ch’è la Natura nostra,  donne belle, facciam noi;  ma spesso è la colpa vostra,  quando lo ridite voi;  vuolsi far le cose, e poi ...  saperle tener secrete.  Chi fa presto, può fuggire  il pericol del parlare.  Che vi giova un far morire,  sol per farlo assai stentare?  Se v’offende il cicalare,  fate, mentre che potete.   Le fanciulle:  Or che val nostra bellezza, se si perde per parole?  Viva amore e gentilezza! Muoia invidia e a chi ben duole!  Dica pur chi mal dir vuo

BISOGNA COLTIVARE IL NOSTRO GIARDINO” Candido, Voltaire

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/photos/zen-giardino-meditazione-monaco-2040340/ Questa citazione un po' enigmatica, è tratta dal libro molto celebre di Voltaire e riguarda un tema che ancora oggi suscita in noi tante domande: le stesse alle quali Candido, il protagonista, si era trovato a rispondere... nel romanzo vengono contrapposte le idee di due personaggi che simboleggiano  l' eterno scontro tra bene e male: Pangloss, il primo personaggio, aveva un'idea completamente ottimistica del mondo e delle persone, la quale è raccontata in chiave satirica dallo scrittore, in quanto al personaggio che professa questa dottrina e a tutti gli altri, capitano atroci disavventure e catastrofi naturali. L'asserto è così astratto e utopico, da non poter combaciare con il mondo reale e il male che vi è insediato. Questo concetto è ripreso dal manicheo (pessimista) Martin che, contrariamente a Pangloss, pensa che il mondo sia dominato interamente dal male, sia fisico

"Per essere felici bisognerebbe vivere" ci consiglia Oscar Wilde

  Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/photos/dublino-oscar-wilde-scultura-2757921/ “Per essere felici bisognerebbe vivere. Ma vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente si limita ad esistere e nulla più.” Così dice Oscar Wilde in un passo del breve saggio “ L’anima dell’uomo sotto il socialismo ”, in cui condanna il capitalismo del suo tempo, accusandolo di non dare spazio all’uomo per coltivare i propri talenti e di uccidere l’individualità delle persone. Egli aspira a una società ideale, quella socialista, in cui è bandito il dominio sull’uomo e ciò può avvenire solo con l’abolizione della proprietà privata e con un’organizzazione senza autorità. L’uomo deve gestirsi da solo, in autonomia, per poter trovare la propria libertà. Il socialismo ha valore  perché porta all’individualismo e la più intensa manifestazione di questo è l’arte. La società del suo tempo pensava che l’avere fosse più importante dell’essere e gli dispiaceva che essa avesse queste