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LA CAPACITA' DI ANDARE OLTRE ...

 

La capacità di andare oltre….

E soprattutto di conoscere il valore delle parole



Link: https://www.canva.com/

“È importante capire perché attribuiamo determinate caratteristiche ad alcuni gruppi e quali sono i meccanismi che guidano questi processi cercando di comprendere i fattori di rischio che rendono certi gruppi sociali più soggetti a stereotipizzazione.”

Piovono critiche. Se uno si veste in modo più bizzarro, piovono critiche. Non puoi fare niente senza essere criticato, giudicato e incasellato in qualche sistema. Il continuo bisogno di riordinare non ci fa concepire la possibilità di non etichettare una determinata persona. Se hai la pelle nera sei un delinquente, sei hai la pelle gialla sei un delinquente, i bianchi sono coloro che si credono superiori, le donne sono esseri inferiori, i grassi non vanno bene, i magri non vanno bene, i “normali” non vanno bene, potrei trovare centinaia di esempi, tutti basati su teorie senza fondamento, forse creati per la smania di dover appunto dare un nomignolo, come se fossero oggetti, a qualsiasi cosa attorno a noi. Animata o meno non ha importanza.

Per poter risolvere questo problema gli studiosi hanno deciso di provare ad estirpare questi pregiudizi fin dalle radici, coinvolgendo in una progettualità comune la fascia dell’età infantile per provare ad indagare la presenza di stereotipi e preconcetti nella loro età, basandosi soprattutto su una domanda “meglio pelle nera o pelle bianca?” Inutile dire che l’educazione tramite questa iniziativa ha favorito un incontro/scontro tra le varie culture ottenendo risultati molto positivi sui bambini, esseri puri che hanno bisogno di assorbire quanta più energia positiva c’è intorno a loro, “gli adulti del domani”. C’è anche un altro fattore interessante da considerare: ognuno di noi interpreta la sua cultura e le sue tradizioni a modo proprio, dunque al posto di normalizzare una vita in cui gli immigrati sono costretti ad occultare le loro differenze a partire proprio dal sistema scolastico, lì, in quel posto chiamato istituto, in quelle aule, può avvenire un arricchimento, una scoperta dei bambini verso giochi, cibi, lingue, tradizioni che non credevano esistere. Il bimbo sarà circondato di tutta la linfa che ha bisogno per crescere, alla sua identità ne verrà aggiunto un pezzetto, quel pezzetto che farà la differenza nel futuro prossimo, infatti avrà la possibilità di comprendere che siamo tutti diversi eppure così simili. Questo si chiama intercultura.

Altri ricercatori hanno attuato un esperimento sociale che rende partecipi tutti gli studenti delle scuole superiori per indagare l’evoluzione dei pregiudizi nei confronti delle donne di colore o meglio la loro oggettificazione sessuale, chiamato “lo stereotipo di Jezebel”. Le donne nere sono infatti viste come più promiscue rispetto alle donne bianche. A questo studio sono stati sottoposti 38 studenti “bianchi” e a quanto pare effettivamente questa problematica è ancora molto diffusa. Dunque si sta cercando di lavorare nelle scuole con un progetto di solidarietà per le donne proprio per far leva su quelle che saranno le nuove nascite in modo tale da migliorare con il tempo uno schema che a quanto pare è radicato nella mente di molti.

Ancora una volta per me la scuola è al centro dell’occasione di portare le menti ad andare oltre, oltre a tutto ciò che è sempre stato etichettato in un certo modo, comprendere che pelle bianca o nera non fa la differenza, donne o uomini nemmeno, donne bianche o di colore neppure, magri o in carne, biondi o castani. Ciò che fa la differenza è la mente, come la operi, cosa pensi e cosa cerchi di portare di buono nella tua vita e in quella di coloro che ti circondano. Dare un peso alle parole, comprenderne il valore prima di usarle, stare attenti ai sentimenti altrui e praticare il rispetto verso i “diversi” perchè siamo tutti eguali ma per fortuna non uguali. Bisogna evitare di essere imprigionati in una storia scritta dal passato, di costruirsi sopra ad altre persone, di identificarsi con un’idea non condivisa solo perché comune, di rinchiudersi in un disegno. Siamo tutti molto di più e questo sia nel presente sia nel futuro. Ognuno di noi ha delle sfumature diverse che hanno bisogno di compensarsi in un unico colore per formare l’umanità e creare qualcosa di positivo per le generazioni che verranno.

“Il pregiudizio è una prigione. Il giudizio una condanna” - Achille Lauro

A.R., IIIA Liceo Classico

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