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BOJACK HORSEMAN: LA DEPRESSIONE RACCONTATA DA UN CAVALLO

Molto spesso nelle serie tv si cerca di trattare della depressione, ma sono poche le serie tv che hanno il vanto di poter dire di averlo fatto con la sensibilità adatta, e Bojack Horseman è una di queste. Uno dei maggiori pregi di questo prodotto risiede nel riuscire a raggiungere il cuore del pubblico.

Bojack Horseman è divertente ed irriverente, ma al tempo stesso è incredibilmente drammatico. Proprio l’equilibrio presente fra questi due fattori è ciò che eleva la serie sopra a molte altre; riuscire a far piangere ridendo non è facile, ma l’ideatore Raphael Bob-Waksberg ha centrato in pieno l’obiettivo.

La serie ruota intorno alle vicende del cavallo antropomorfo BoJack Horseman, la star della sitcom degli anni ’90 “Horsin around” ormai in declino che pianifica il suo ritorno alla celebrità con un’autobiografia che sarà scritta dalla ghostwriter Diane Nguyen. Inoltre deve anche fare i conti con la sua agente Princess Carolyn, il coinquilino Todd Chavez, l’ex rivale Mr. Peanutbutter e le sue lotte con la depressione e la dipendenza. Obbiettivo principale della serie è quello di far satira, in modo ironico e dissacrante, sul mito di Hollywood e di raccontare la parabola della depressione, un problema che può affliggere tanto le star quanto le persone comuni.

Ma perché questa serie ha avuto un successo tale da essere portata avanti per ben 6 stagioni?

Perché Bojack, con tutte le sue paranoie, le sue scelte sbagliate, il suo egocentrismo e la sua paura di non essere all’altezza, proietta una parte di noi che ci fa paura e che vorremmo censurare. Il protagonista è un cavallo ma le sue vicissitudini sono totalmente umane. Ed è proprio per questa ragione che sotto un post di Instagram della pagina ufficiale di Netfilx Italia c’è scritto “La persona che più mi ha insegnato a stare al mondo è un cavallo”.


B. C.

II A Liceo Classico

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