Molto spesso nelle serie tv si cerca di trattare della depressione, ma sono poche le serie tv che hanno il vanto di poter dire di averlo fatto con la sensibilità adatta, e Bojack Horseman è una di queste. Uno dei maggiori pregi di questo prodotto risiede nel riuscire a raggiungere il cuore del pubblico.
La serie ruota intorno alle
vicende del cavallo antropomorfo BoJack Horseman, la star della sitcom degli
anni ’90 “Horsin around” ormai in declino che pianifica il suo ritorno alla
celebrità con un’autobiografia che sarà scritta dalla ghostwriter Diane Nguyen.
Inoltre deve anche fare i conti con la sua agente Princess Carolyn, il
coinquilino Todd Chavez, l’ex rivale Mr. Peanutbutter e le sue lotte con la
depressione e la dipendenza. Obbiettivo principale della serie è quello di far
satira, in modo ironico e dissacrante, sul mito di Hollywood e di raccontare la
parabola della depressione, un problema che può affliggere tanto le star quanto
le persone comuni.
Ma perché questa serie ha avuto un successo tale da essere portata avanti per ben 6 stagioni?
Perché Bojack, con
tutte le sue paranoie, le sue scelte sbagliate, il suo egocentrismo e la sua
paura di non essere all’altezza, proietta una parte di noi che ci fa paura e
che vorremmo censurare.
Il protagonista è un cavallo ma le sue vicissitudini sono totalmente umane. Ed è proprio per questa ragione che sotto un
post di Instagram della pagina ufficiale di Netfilx Italia c’è scritto “La persona che più mi ha insegnato a stare
al mondo è un cavallo”.
B. C.
II A Liceo Classico
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