“Finchè il caffè è caldo” è un'opera di Toshikazu Kawaguchi, una lettura leggera e scorrevole, a tratti anche molto commuovente, che esprime l'amore nelle sue forme più pure e ci trasporta in un mondo fantastico dove sono possibili addirittura i viaggi nel tempo!
La storia ha luogo in Giappone, in una
piccola caffetteria nella quale in molti hanno il timore di entrare, poiché si
narra che una volta seduti al tavolo si può tornare indietro nel tempo, ma solo
seguendo particolari regole e condizioni da accettare, come poter incontrare
solo chi si trova nella caffetteria, non potersi alzare dalla sedia, ma la più
importante di tutti:
non lasciare che il caffè si raffreddi...
insomma in quanti non hanno voluto
almeno una volta nella vita, rivivere un momento e dire ciò che in passato, non
siamo riusciti a esprimere?
Rappresenta un po' il sogno di tutti
fare un salto indietro e porre rimedio per non aver agito;
ma la potenza di questo romanzo sta
nella delicatezza con la quale concentra la sua attenzione sull'importanza
delle relazioni, che tanto diamo per scontate, portandoci a riflettere su quei
momenti passati, che ci attorcigliano le budella, per affrontare il presente
cogliendo ogni occasione e cambiando il futuro, invece che il passato.
Sono tasti che solo la narrativa giapponese è in grado di toccare con così tanta dolcezza; anche la scelta del caffè come bevanda da servire, è abbastanza inusuale in Giappone: infatti i clienti sono stupiti dal gusto così forte, un po' come a ricordarci che ogni sorso della nostra vita ci lascerà un retrogusto amaro, ma non possiamo permettere che raffreddi perchè ci siamo concentrati su ricordi passati e in più, non potendo viaggiare nel tempo, dobbiamo vivere con coraggio ogni secondo.
G. C. (IV C Scu)
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