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LA DIETA DELLA LETTURA

 

LA DIETA DELLA LETTURA



(Immagine tratta da https://pixabay.com/it/photos/un-libro-carta-documento-poesia-3101151/)

“Leggere ti fa bene”, “Guarda che ti apre la mente”, “Con la lettura scopri mondi meravigliosi”: tre frasi che riassumono un tipico testo argomentativo sulla lettura.

Almeno una volta nella vita ci si è trovati al cospetto di una simile traccia e delle sue numerose variazioni sul tema, senza sorprendersi se venivano coinvolte quelle strane genti, misteriose ai più, note come “i giovani”. Questi giovani si portano dietro tutti i mali del mondo, sono loro che non leggono, sono loro i mitici “portatori di smartphone”. Si pensa che a quelli la nobile arte della lettura sia in pratica sconosciuta: solo una ristretta casta di eletti chiamata “L’eccezione” si sottrae alla rovina, mentre gli insegnanti tentano e ritentano di salvare il resto di questo popolo sfortunato, cercando di sensibilizzare strenuamente con temi, sermoni biblici e “interessantissime” discussioni sull’argomento; un po’ come fa il WWF coi panda o le trasmissioni di Capodanno per i cantanti over 80.

In realtà secondo i dati dell’ISTAT, relativi all’anno 2020, del 41,4% dei lettori italiani, il 53,7% si compone di individui fra i 6 e i 24 anni e l’interesse per la lettura cala con l’aumentare dell’età.

Non si può negare, però, che la lettura sia guardata con odio da molti ragazzi, scampati ai forzati tentativi salvifici dei professori, a loro volta indotti con gentile fermezza dal sistema scolastico a divenire coloni della letteratura. Una volta preso atto di ciò, si pensa alle cause più probabili, e diversi con immensa, sadica soddisfazione additerebbero immediatamente il progresso tecnologico come vaso di Pandora: “questi stramaledetti telefoni che rapiscono la mente dei nostri giovani, irretiscono, corrompono: tutta colpa loro!”. Una tipica scena da “folla arrabbiata con torce e forconi”, solo che, in questo caso, invece che ad uno scomodo bastone imbevuto di resina, si ricorre alla più funzionale applicazione “torcia”, per smartphone e tablet, con 3 opzioni di luminosità diversa e realistici suoni di scoppiettio.

Certo l’intrattenimento digitale offre una scelta sorprendentemente varia di contenuti, sempre nuovi, ma soprattutto che non richiedono un particolare sforzo per essere elaborati, unico punto a suo favore: è dunque difficile attribuirgli la totalità delle colpe.

 Il problema reale è la visione moralistica e salutista che si dipinge della lettura, per cui leggere diventa fin dalla prima elementare un evento assimilabile al prendere un’amara medicina: terribilmente traumatico. “Leggi, leggi, leggi che ti fa bene”: un’ossessiva cantilena. Genitori, scuola, educatori sembrano essersi messi d’accordo per trasformare un momento di profonda intimità intellettuale in un obbligo noioso. E c’è di più: quando con fatica si riesce a mettere insieme le prime frasi, vengono subito assegnati libriccini uguali per tutti, inevitabilmente mai adatti al gusto di ognuno.

Imposizione sommata a disinteresse: la ricetta perfetta per un disastro… Però leggere fa bene, quindi finché si è obbligati si legge: con i denti stretti, la testa china, costretti a una “dieta della lettura”. Non stupisce che una simile alimentazione forzata per l’intelletto si abbandoni presto, quando nuove, allettanti forme di intrattenimento si profilano all’orizzonte. È come chiedere a un bambino di scegliere tra spinaci e cioccolato: una battaglia persa.

L’uomo ha bisogno della lettura, ma si cerca di distruggerla in tutti i modi: è stata elevata al rango di sublime attività a cui solo colti e strambi si dedicano. È il momento che le venga tolta la corona, perché è nel cuore di ciascuno che le sue storie diventano reali. 

 

E. V. L., IIA CLASSICO

   

  

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