Ci sono momenti nella vita in cui tutto sembra crollarti addosso: stati psicologici negativi, esperienze personali dolorose, che generano emozioni forti e reazioni differenti. Nella maggior parte dei casi e con il tempo le persone riescono a conviverci sviluppando la resilienza. Con questa parola in psicologia si indica la capacità di far fronte agli eventi potenzialmente traumatici,
riorganizzando in maniera positiva la propria vita dinanzi alle difficoltà.
Sabato 18 dicembre, la conferenza tenutasi in Aula Magna, con la partecipazione dei ragazzi dell’associazione “Silvana Baj” di Casale Monferrato, ha avuto come protagonista l’atleta paraolimpica Veronica Biglia. Ma chi si nasconde dietro questo nome?!
Veronica Biglia, classe 1988, è una piemontese di Gabiano Monferrato. Nel 2013, a soli venti giorni dalla nascita di sua figlia Emily, contrae la mielite trasversa, sindrome clinica immuno-mediata del sistema nervoso centrale, che provoca un danno neuronale al midollo spinale. Da qui inizierà la sua avventura da atleta.
Dopo un anno passato in ospedale, tra continui pianti, pensieri e lettere scritte per comunicare con gli altri (la parola era compromessa a causa della sindrome diagnosticata), Veronica si rende conto di una cosa: ama la vita ed è determinata a vivere!
Tornata a casa, impara non ad adattarsi alla carrozzina, bensì a conviverci, imparando ad amare se stessa nelle sue imperfezioni. Inizia un percorso riabilitativo che nel 2015 la porterà ad incanalarsi all’interno del vasto mondo dello sport. A gennaio 2016 incontra quello che diverrà il suo nuovo amore: il canottaggio. Dopo soli tre mesi di allenamenti, inizia a “collezionare” una serie di medaglie, che la porteranno dapprima al bronzo negli Europei, per poi giungere alla sua incredibile prestazione alle semifinali di Tokyo 2020. Dietro tutto ciò ovviamente ci sono il sacrificio, i pianti, le mille emozioni che si riversano all’interno del proprio cervello, ma la voglia di non arrendersi mai è sempre presente.
Le giornate di Veronica sono scandite da ben quattro allenamenti, di cui alcuni svolti a Torino; importante è l’alimentazione, ricca ed abbondante, senza alcol e “schifezze”. Dopo la semifinale di Tokyo, si preparerà al meglio per Parigi 2024… che non è poi così lontana!
GRAZIE VERONICA!
R. F.
IV A Scie
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