È meno la gente che viaggia per vacanza e sempre di più chi sperimenta nuove vite (o periodi di vita) in altri luoghi del mondo. Persone che si chiedono: “Come mai devo lavorare in un altro luogo che non sia casa?”, oppure “Perché vivere in una città costosa quando posso utilizzare gli stessi soldi per vivere in posti diversi con una qualità di vita differente?”. Da diversi anni sta prendendo sempre più piede lo stile di vita del Nomade digitale, ovvero colui che è in grado di lavorare senza vincoli di luogo ed orari grazie alle opportunità lavorative che il mondo del web ci offre.
Su internet siamo spesso bombardati da notizie e pubblicità che ci offrono la migliore posizione lavorativa che ci consentirà di guadagnare tanto lavorando poco. Questo però non è nomadismo digitale, ma si tratta semplicemente di pubblicità clickbait.
Fino a poco tempo fa la possibilità di essere nomade digitale veniva associata a uno stile di vita romanzato, fatto di avventure “zaino in spalla” e di poco tempo dedicato al lavoro. Un’immagine stereotipata che vedeva nel cosiddetto Nomadismo Digitale una realtà per pochi, per lo più giovani Millennials desiderosi di fuggire dal quotidiano, preferendo il divertimento. Ma è davvero così? Oggi solo in Europa più di cento milioni di dipendenti sono passati al lavoro a distanza.
Nonostante il 2020 possa essere considerato l’anno del lavoro da remoto, questa tendenza è destinata a crescere esponenzialmente nei prossimi anni. Lavorare da remoto significa avere la libertà di svolgere il proprio lavoro da qualsiasi luogo, senza avere più legami con un ufficio o una sede fissa di lavoro. A patto di avere la strumentazione adeguata, una buona connessione alla rete, tanta motivazione e una grande autodisciplina! Questo cambiamento culturale e tecnologico ha permesso alle persone di scegliere nuove postazioni di lavoro: c’è chi ha optato per quelle vista mare, chi invece ha deciso di aumentare la produttività e la creatività con un ufficio nel bosco e chi, ancora, ha scelto di crearsi un’abitazione e una postazione di lavoro mobile all’interno di camper e furgoni attrezzati.
Lavorare viaggiando significa soprattutto affrontare momenti difficili, che spesso hanno a che fare con la nostalgia di casa o semplicemente col sentirsi “soli”. Un compromesso importante, inoltre, da non sottovalutare può essere quello di voler passare il tempo con le persone care, pur continuando a viaggiare, conoscere ed esplorare.
A volte però questo continuo spostamento, modificare le proprie abitudini e iniziare sempre da capo, è estremamente stancante.
Ma saranno proprio questi momenti difficili a diventare le “colonne portanti” e talvolta il motivo per cui ci si sentirà felici di tornare. Esser pronto a lasciar scorrere e vivere questo cambiamento è uno dei compromessi più forti. A tal proposito, vi è il libro di Gianluca Gotto, “Le coordinate della felicità”, un racconto autobiografico che insegna come sia realmente possibile svoltare pagina e iniziare una nuova vita senza badare a tutti i pregiudizi che la società ci impone.
Essere Nomade Digitale significa, quindi, scegliere uno stile di vita che permette di essere liberi di vivere e lavorare ovunque scegliamo di farlo, senza incasellarsi per forza in dei modelli precostituiti.
C.G.
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