Passa ai contenuti principali

Data di scadenza

 






Siamo circondati da date di scadenza , ogni volta che andiamo al supermercato scegliamo i nostri acquisti in base alle loro data di scadenza , ma cos’é la data di scadenza ?
Numeri, solamente numeri,che indicano quando una cosa non andrà più bene, non sarà più buona da mangiare, non sarà più adatta alla nostra pelle. Pure l'acqua scade e non so cosa le succeda e quali siano le controindicazioni, probabilmente nessuno lo sa .
Sono sempre stata attenta alle date di scadenza, al supermercato, a casa quando apro il frigo .Ma sono davvero così importanti? Stiamo male per forza se mangiamo un alimento scaduto da poco? O ci viene uno sfogo colossale se mettiamo un mascara scaduto da sei mesi? La risposta ovviamente non la so.
Però penso che siamo troppo concentrati su questi numeri, a volte ossessionati .
Soprattutto da una data di scadenza nello specifico: la nostra, e quella delle persone che ci stanno accanto. Ci sentiamo spaventati dal pensare alla morte, e non ho mai capito il motivo. Quando una persona sta male sentiamo la necessità di vomitare tutte le parole che pensiamo da anni ma che potrebbero essere ascoltate per le ultime volte da queste persone. Abbiamo paura della nostra data di scadenza perché non siamo a conoscenza del dopo, non sappiamo quanto ci resta e vorremmo fare 3 000 000 000 di cose prima di morire e avremmo ancora molte parole da dire .
A volte non viviamo a pieno alcuni momenti perché abbiamo paura della data di scadenza della nostra storia d amore, di una nostra amicizia o del nostro rapporto con i nostri nonni, il nostro cane o chi volete. Ma li viviamo veramente concentrandoci sulla fine, è un vivere questo?
E ultima domanda: cambierebbe qualcosa se sapessimo la nostra data di scadenza, la data di scadenza della nostra storia d’amore o di qualunque altra cosa?
Proprio di questo parla il libro :”100 giorni di felicità “di Fausto Brizzi.
Il protagonista Lucio Battistini lavora in una palestra, ha due figli, una moglie e non dà peso alla sua vita perché è come quella di tutti: monotona e noiosa. Lucio tradisce la moglie in palestra e lei lo sbatte fuori di casa. Così lui si trova a vivere nella pasticceria del suocero. Inizia ad avvertire dei dolori lancinanti all’addome ma non fa nessun controllo. Fino a quando non si decide e si fa visitare, ha un tumore e gli danno 100 giorni di vita. Una data di scadenza precisa. All’ inizio compra un diario e segna tutto quello che vorrebbe fare prima di morire, ma dopo poco cancella tutto. Inizia a fare la chemioterapia ma poi capisce che sta solo peggio e quindi smette. Inizia a vivere ogni giorno in modo diverso, ad assaporare ogni giorno, con l’obiettivo di stare con i suoi figli e di riconquistare il rapporto con la moglie. Passano i giorni e lui decide che gli ultimi giorni vuole passarli in viaggio con la famiglia, organizza un viaggio dove vengono visitati tutti i loro posti del cuore. Il piccolo dettaglio è che all’ultima meta ci arriverà da solo, la svizzera dove anticiperà la sua morte da solo.
La stessa visione delle date di scadenza la possiamo vedere nel libro: ”Dimmi che non può finire di Simona Sparaco, dove Amanda, la protagonista, è ossessionata dai numeri, pensa di avere un superpotere e di vedere le date in cui la sua relazione finirà. Lei vede numeri ovunque: per strada, sui prezzi del supermercato, sulle targhe delle macchine e vedendo questi numeri li abbina ad una data a un giorno e ad un mese. Amande si innamora, la sua vita si stravolge e lei è finalmente felice, ma una mattina vede una data di scadenza: il 6 maggio, giorno in cui pensa che finirà la sua storia d’amore, al 6 maggio mancava un mese e lei vive un mese nell’assoluta agonia, senza godersi i momenti, si allontana anche dal suo ragazzo tornando a vivere dalla madre. Ma quando arriva il 6 marzo lei scopre di essere incinta e questo per lei non è la fine di qualcosa ma un bellissimo inizio.
Concludendo vorrei dire che non dobbiamo arrenderci mai, e soprattutto non dobbiamo lasciarci sopraffare dalle date di scadenza che molto spesso sono solo nel nostro cervello e non nella realtà.

E.Z 
IVB ling.

Commenti

Post popolari in questo blog

“Dica pur chi mal dir vuole. Noi faremo e voi direte”. Canzone delle Cicale

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/vectors/cricket-insetto-cavalletta-pest-47470/ Le fanciulle:  Donne, siam, come vedete,  giovanette vaghe e liete.  Noi ci andiam dando diletto,  come s’usa il carnasciale:  l’altrui bene hanno in dispetto  gl’invidiosi e le cicale;  poi si sfogon col dir male  le cicale che vedete.  Noi siam pure sventurate!  le cicale in preda ci hanno,  che non canton sol la state,  anzi duron tutto l’anno;  a color che peggio fanno,  sempre dir peggio udirete.   Le cicale:  Quel ch’è la Natura nostra,  donne belle, facciam noi;  ma spesso è la colpa vostra,  quando lo ridite voi;  vuolsi far le cose, e poi ...  saperle tener secrete.  Chi fa presto, può fuggire  il pericol del parlare.  Che vi giova un far morire,  sol per farlo assai stentare?  Se v’offende il cicalare,  fate, mentre che potete.   Le fanciulle:  Or che val nostra bellezza, se si perde per parole?  Viva amore e gentilezza! Muoia invidia e a chi ben duole!  Dica pur chi mal dir vuo

BISOGNA COLTIVARE IL NOSTRO GIARDINO” Candido, Voltaire

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/photos/zen-giardino-meditazione-monaco-2040340/ Questa citazione un po' enigmatica, è tratta dal libro molto celebre di Voltaire e riguarda un tema che ancora oggi suscita in noi tante domande: le stesse alle quali Candido, il protagonista, si era trovato a rispondere... nel romanzo vengono contrapposte le idee di due personaggi che simboleggiano  l' eterno scontro tra bene e male: Pangloss, il primo personaggio, aveva un'idea completamente ottimistica del mondo e delle persone, la quale è raccontata in chiave satirica dallo scrittore, in quanto al personaggio che professa questa dottrina e a tutti gli altri, capitano atroci disavventure e catastrofi naturali. L'asserto è così astratto e utopico, da non poter combaciare con il mondo reale e il male che vi è insediato. Questo concetto è ripreso dal manicheo (pessimista) Martin che, contrariamente a Pangloss, pensa che il mondo sia dominato interamente dal male, sia fisico

"Per essere felici bisognerebbe vivere" ci consiglia Oscar Wilde

  Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/photos/dublino-oscar-wilde-scultura-2757921/ “Per essere felici bisognerebbe vivere. Ma vivere è la cosa più rara al mondo. La maggior parte della gente si limita ad esistere e nulla più.” Così dice Oscar Wilde in un passo del breve saggio “ L’anima dell’uomo sotto il socialismo ”, in cui condanna il capitalismo del suo tempo, accusandolo di non dare spazio all’uomo per coltivare i propri talenti e di uccidere l’individualità delle persone. Egli aspira a una società ideale, quella socialista, in cui è bandito il dominio sull’uomo e ciò può avvenire solo con l’abolizione della proprietà privata e con un’organizzazione senza autorità. L’uomo deve gestirsi da solo, in autonomia, per poter trovare la propria libertà. Il socialismo ha valore  perché porta all’individualismo e la più intensa manifestazione di questo è l’arte. La società del suo tempo pensava che l’avere fosse più importante dell’essere e gli dispiaceva che essa avesse queste