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Vale la vita di una donna? Allora perché tanti femminicidi?





Il termine “femminicidio” è stato coniato per la prima volta dall’antropologa Marcela Lagarde, professoressa all’Universidad Nacional Autonoma de Mexico.Dal 2003 al 2006 fu deputata del congresso federale messicano e durante la sua legislatura si concentrò particolarmente sui diritti delle donne.
Questo vocabolo è ricondotto a un episodio risalente al 25 gennaio 1993 nella cittadina messicana di Ciudad Juarez, quando venne ritrovato il cadavere della sedicenne Angelica Luna Villalobos, con evidenti segni di violenza sul corpo. Dal 1993 a oggi sono più di mille le ragazze scomparse in questa città, circa seicento sono state trovate morte con evidenti maltrattamenti, violenze sessuali e torture e tutto questo è avvenuto nell’indifferenza delle istituzioni.
Per l’antropologa, il femminicidio è un fenomeno sociale con radici profonde che derivano da un sistema fondato sul patriarcato, secondo il quale la donna, dovendo essere sottomessa all’uomo, è obbligata a sottostare al volere di quest’ultimo.
Dal 1993, a seguito dell’intervento dell’ONU, si è cercato di attivare una politica che chiami in causa gli Stati perché condannino la violenza contro le donne a prescindere da qualsiasi cultura, tradizione o credo religioso.
La dichiarazione sostiene l’importanza di applicare nei confronti delle donne diritti fondamentali che dovrebbero essere comuni a ogni essere umano, tra cui la dignità, libertà e l’uguaglianza.
Purtroppo le Nazioni non hanno tenuto fede agli impegni previsti dalla dichiarazione del 1993 e hanno costretto l’assemblea generale ONU a riportare la situazione sotto l’occhio dell’opinione pubblica nel 2007.
La Storia stessa, ci mostra che il passato non insegna nulla, poiché commettiamo sempre i medesimi errori. Gli storici in primis definiscono la Storia come res gestae: semplicemente racconto di ciò che accade. A mio parere, serve per individuare le radici che hanno le nostre colpe e a quel punto può essere più facile per sradicarle.
Il nostro presente ha radici antiche e profonde e conoscerle ci permette di sapere e vedere in modo più chiaro e completo il mondo di oggi.
La visione della realtà contemporanea dipende soprattutto dall’istruzione e dal livello culturale. Non c’è da stupirsi del fatto che nei Paesi più sottosviluppati con bassissimi tassi di alfabetizzazione, la condizione dei diritti umani e civili è sempre irrimediabilmente intaccata, la dignità delle donne viene inevitabilmente calpestata e la loro vita viene ritenuta subordinata a quella di un uomo; valendo di meno, in quanto oggetti, non c’è problema se vengono usate, rovinate o peggio ancora distrutte.
Prendendo come esempio specifico la situazione dell’Afghanistan, in questo Stato, il 90% delle donne non ha la possibilità nemmeno di imparare a leggere e scrivere, per riuscirci sono costrette a studiare clandestinamente attraverso l’aiuto di associazioni non approvate dall’attuale governo talebano, insediatosi ad Agosto; organizzazioni create da altre donne che vogliono lottare per la parità, come nel caso di R.A.W.A: Revolutionary Association of the Women of Afghanistan (Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane).
La presa di coscienza del singolo individuo è quella leva che permette di cambiare il mondo quando è il momento. La definizione della presa di coscienza corrisponde proprio a un risveglio. Vuol dire aprire gli occhi per conoscere e poter dare inizio ad una necessaria rivoluzione personale.
In contrapposizione, nei Paesi occidentali si crede nella parità dei sessi e nell’uguaglianza. In realtà anche qui le donne hanno dovuto lottare e alcune hanno dato la vita per tale causa.
Dal punto di vista sociale, è confermato che alle donne sono ancora negati alcuni diritti che invece agli uomini sono designati fin dalla nascita.
Questo perché anche noi proveniamo da una cultura patriarcale con radici lontane che si sono insediate secoli fa nelle menti di tutti, anche nelle donne stesse.
La concezione della donna dipende dalla cultura, dai modi e da ciò che viene considerato normale e di consuetudine per un popolo, però le tradizioni non devono mai essere una giustificazione al violare i diritti di una categoria di persone. Una società che ancora oggi usa queste scusanti per discriminare, significa che sta rifiutando il progresso e l’evoluzione della società stessa, dal momento che per una convivenza e dunque collaborazione, alla base ci deve essere rispetto.

Nel 2021 in Italia sono stati commessi 295 omicidi, con 118 vittime donne di cui 102 uccise in ambito familiare/affettivo; di queste, 70 hanno trovato la morte per mano del partner o dell'ex partner. (Repubblica.it)
Il fondamento su cui si basano tanti femminicidi in Italia è ancora la credenza, anche involontaria, radicata in noi, secondo la quale la donna si occupa della casa, ha incarichi minori, fino a sfociare nella convinzione che sia possedimento dell’uomo.
Per impedire che gli stereotipi continuino a guidare il nostro giudizio è fondamentale un’educazione priva di blocchi culturali che permetta alle donne di vivere senza pregiudizi in grado di rompere il soffitto di cristallo che le ha sempre ostacolate: questa metafora, infatti, identifica una situazione in cui l'avanzamento di carriera di una persona in ambito sociale, o il raggiungimento della parità di diritti, viene impedito per discriminazioni e barriere di prevalente origine di genere. (definizione soffitto di cristallo- Wikipedia)
Lo stesso vale per i ragazzi, perché anche loro possano esprimersi senza che venga preclusa questa libertà, perché considerabili diversi dal “normale”; dopotutto normale non vuol dire obbligatoriamente giusto.
L’educazione parte dalla famiglia e dalle istituzioni, principalmente dalla scuola perché è l’organo dello Stato che prima di tutti forma i giovani e dà la capacità di formarsi nel sapere e permette di sviluppare un’opinione critica comprovata da corrette informazioni e unita anche ad altri pensieri modellati grazie al dialogo e al confronto, portandoci in questo caso a instaurare un rispetto reciproco tra persone nel rapporto uomo-donna.
Con l’istruzione e la consapevolezza potremmo veramente dire che la vita delle donne e degli uomini vale allo stesso modo, e magari visto che saremo perfettamente in grado di capire l’importanza del rispetto, avremo anche più cura e attenzione della vita altrui.

Una ragazza con voglia di utilizzare al meglio ciò conosce.

S. M. 
I B class.

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