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JANE EYRE: UNA STORIA D’AMORE MA NON SOLO

Quando si parla di Jane Eyre si parla di un grande classico, di cui è difficile riuscire a realizzare un adattamento cinematografico che sia alla sua altezza; tuttavia Cary Fukunaga è riuscito a creare un film coerente alla sua matrice letteraria.


La pellicola, girata con estrema cura, presenta scelte di regia quasi sempre azzeccate. Sono eccellenti i toni dark di cui a tratti il film si tinge, i quali forniscono quel tocco in più che ci permette di comprendere fino in fondo il solitario microcosmo delle campagne inglesi ottocentesche.


Fukunaga ha affermato: «Ho speso molto tempo rileggendo il libro e cercando di sentire quello che Charlotte Brontë sentiva mentre lo scriveva. C'è un qualcosa di sinistro che affligge l'intera storia... ci sono stati qualcosa come 24 adattamenti, ed è veramente raro che si veda questa sorta di lato più oscuro. Lo trattano come se fosse soltanto un romanzo d'epoca, e io penso che sia molto di più».


Il film racconta la storia di Jane Eyre (Mia Wasikowska), una ragazza orfana che è cresciuta dagli zii. In questa famiglia molto ricca, solo suo zio le vuole bene ma, alla sua morte, la perfida zia e il geloso cugino la odiano e le rendono la vita impossibile. Jane, grazie al suo forte carattere, riuscirà a emanciparsi e a fuggire da loro. Prima andrà a insegnare nella scuola dove aveva studiato e in seguito troverà un’occupazione presso Thornfield Hall in qualità di istitutrice di Adele (RomySettbon Moore), figlia adottiva del misterioso padrone di casa, Mr. Rochester (MichaelFassbender). I due si innamoreranno, ma dovranno superare molte difficoltà prima di riuscire a stare insieme.


Sicuramente la punta di diamante del film (e del libro) è Jane Eyre stessa, che ruba la scena a tutti: ella è intelligente, forte e generosa, divisa “tra la completa sottomissione e la forte ribellione”, caritatevole, schietta, una giovane donna che grazie alla sua tenacia è sopravvissuta ad anni di soprusi da parte degli zii.

È soprattutto grazie a Jane e alla sua personalità se questa storia, a distanza di 175 anni, è ancora apprezzata.

B. C. 
III A Liceo Classico

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