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Il fenomeno culturale di Spotify Wrapped


È finalmente dicembre, uno dei periodi più speciali dell’anno: e non solo per il Natale. Infatti, il primo dicembre è uscito Spotify Wrapped 2022, che, per chi vivesse sotto una pietra, è diventato un fenomeno culturale internazionale, soprattutto tra gli adolescenti. Spotify Wrapped è, essenzialmente, il riassunto del nostro gusto musicale dell’anno, con tanto di percentuali e statistiche. Insomma, più preciso di così non si può. 

Ma quello che può sembrare difficile da immaginare è che, dietro al successo di Spotify Wrapped, ci sia una grossa fetta di ricerche sul comportamento umano. Quello che vorrei fare oggi è, quindi, analizzare i fattori principali di questo fenomeno.

1.    Personalizzazione fatta come si deve

La personalizzazione, se fatta bene, può divertire, sorprendere, incuriosire e portare a spendere soldi; se fatta male, raggiunge una vasta gamma di obiettivi dall’infastidire all’inquietare.  

Per molti di noi, la musica è una parte importante di chi siamo, e Spotify Wrapped è essenzialmente una finestra sulla nostra identità, rimodellata e rispedita indietro in una forma esteticamente attraente. Spotify gioca sul nostro bisogno di affermazione individuale e sul nostro desiderio di essere visti come esseri unici, insomma.

2.    Gamification

Cioè la pratica di rendere un certo prodotto interattivo e aggiungere elementi ludici in un contesto non ludico. Spotify l’ha usato in modo plateale nel Wrapped dell’anno scorso, con veri e propri quiz e vero o falso sui propri gusti musicali, ma continua a farlo in modo più sottile, facendoci sapere che siamo nel “top 1% ascoltatori” di un certo artista, e ponendo una sfida con i noi stessi del passato incoraggiandoci a fare di meglio l’anno successivo.

3.    Elemento di sorpresa

Ogni anno, non sappiamo quando il Wrapped uscirà, o come sarà la grafica. Intorno a fine novembre, addirittura, le ricerche su “Spotify Wrapped” aumentano esponenzialmente, come ci mostra questo grafico tratto dal sito thedecisionlab.com. 

 


Come se non bastasse, non sappiamo nemmeno cosa ci mostrerà. Se il tuo Spotify Wrapped rivela che hai ascoltato per settimane soltanto trap becero o sviolinate strappalacrime, puoi mettere su scuse, “è nella playlist della palestra”, “mi sono lasciata”, suggerendo che no, di solito hai un gusto molto migliore, ma caro mio, i dati non mentono, e dovrai convivere con il fatto che sei nella top 10% di ascoltatori di Justin Bieber.

4.    Effetto carrozzone

In superficie, Spotify Wrapped è una questione di individui. Ma avete mai notato che è strutturato come una story di Instagram e sembra adattarcisi perfettamente? 

Spotify Wrapped è appositamente strutturato perché le persone lo condividano sui propri social – e lo facciamo eccome. L’effetto carrozzone è, essenzialmente, fare una cosa perché la fanno gli altri, e nel contempo pensare di avere avuto l’idea unica e geniale. Un modello meno angoscioso della FOMO, “fear of missing out”, in cui ci uniamo al comportamento di massa per paura di venire esclusi dal gruppo. 

5.    Siamo essenzialmente narcisisti.

Ebbene sì, tutti si vogliono sentire protagonisti del film della propria vita, e Spotify ci fornisce la colonna sonora del nostro anno, addirittura suddivisa per momenti della giornata e mood specifici. Plasma la nostra vita in una storia e la rende interessante, rende possibile un viaggio nel tempo virtuale e ci permette di romanticizzare anche i nostri momenti peggiori. Così, invece di dire “A luglio ero depresso", possiamo dire “A luglio ho ascoltato solo Mitski”, e bom. Stesso messaggio, ma suona molto meno come un autocompianto.

E. I.

2B Liceo Classico

 

 

 

 

 

 

 

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