Ciò che ho provato nel passaggio dal ginnasio al liceo è stato un po’ come quando, finita la quinta elementare, mi è stato finalmente, dopo cinque lunghi anni, concesso di presentarmi a scuola con i miei vestiti.
Abbandonare il grembiulino è stato un momento fondamentale, un rito di passaggio che secondo me ha segnato tutti noi. Sono grande, guarda ho i miei vestiti. Sembra un fatto di poco conto, ma mi ricordo che l’ultimo mese di quinta elementare quel grembiulino mi stava proprio stretto, forse non solo in senso metaforico. Mi sono sentita finalmente libera: guardatemi, non ho più il grembiulino, sono ufficialmente entrata nel mondo di quelli che vanno a scuola vestiti come vogliono.
Il passaggio al liceo è stato un po’ così, sono pronta ad abbandonare il grembiulino del ginnasio, sono troppo grande per certe materie e ora sono desiderosa di conoscere cose nuove, per le quali la mia mente è preparata. Abbandono il grembiulino e mi getto nel fantastico mondo della filosofia.
Ecco, quando parli con amici che frequentano scuole in cui non c’è questa materia e hai l’occasione di dire “Sai da quest’anno comincio filosofia”, lo dici con una certa fierezza, come se stessero per esserti svelati tutti i più profondi segreti dell’universo.
Durante l’estate quando ti chiedono che classe farai, e tu cerchi di spiegare faticosamente la differenza tra ginnasio e liceo, ciò che ti preme di più è dire: “Terzo anno, prima liceo, sì, comincio filosofia”. E vorresti aggiungere: “cioè entro in quella setta segreta che alla fine del mio triennio mi consentirà di aver acquisito tutte le conoscenze universali che mi permetteranno di vivere una vita migliore.”
Ci sono, sto frequentando la filosofia da tre mesi; certo non posso disquisire della materia, non ne ho sicuramente ancora né le conoscenze né le competenze, ma posso dire che il primo incontro non è stato deludente.
Si parte piano piano: qual è il principio fondamentale di tutte le cose? Qual è l’elemento dal quale tutto si è generato? Acqua, aria, fuoco: facile facile… Si complica un pochino il discorso con l’apeiron di Anassimandro, ma con una buona spiegazione e un libro chiaro si riesce a capire abbastanza agilmente.
Sto capendo tutto, il segreto di tutto l’universo non è così inaccessibile allora.
Quando stai acquisendo un pochino di sicurezza arriva il professore che ti guarda e ti dice: oggi parliamo di Parmenide. Ed è un po’ come quando guardi un quadro di Fontana: il taglio? Ero capace a farlo anch’io! Poi capisci che dietro a quel taglio c’è qualcosa di più, capisci che quella frase così immediata e intuitiva L’essere è, e non può non essere qualche dubbio comincia a mettertelo.
Dopo poco arrivano i Sofisti e li capisci senza grandi difficoltà. Non sono simpatici a nessuno, ma dopo che Parmenide ti ha messa in crisi, li trovi anche gradevoli.
Sostanzialmente ti dicono che il più furbo e quello che ha capito tutto nella vita è quello che fa un uso migliore del linguaggio e convince gli altri che ha ragione lui. Ma chi ha una sorella come la mia l’aveva già capito da tempo…
Poi arriva Socrate; qui non faccio tanto la spiritosa perché la figura è davvero gigantesca: credo valga scalare quella montagna che è la filosofia solo per leggere quanto è stato scritto sull’ultimo giorno di Socrate. Socrate ti commuove: saggio e coraggioso, rispettoso delle Leggi; speri fino alla fine che qualcosa cambi che ce la faccia. Socrate scappa tranquillo, stai sopravvalutando il concetto di coerenza, credimi che tra qualche secolo non varrà più niente.
E quando finisci Socrate, sai cosa ti tocca dopo no?
Gli altri hanno occupato tutti insieme circa lo stesso numero di pagine che sono dedicate a lui. Pensi: no questa volta non ce la faccio. Non importa se non mi saranno svelati tutti i segreti dell’universo: io continuo a pensare che Platone sia quello dell’amore platonico e va bene così.
Poi cominci a capire che questa storia che viviamo in una realtà che non è esattamente quella che sembra, ma che c’è qualcosa di più reale da un’altra parte (per Platone è sopra, per te può essere semplicemente altrove) è un concetto affascinante e che l’uomo da sempre ha avuto bisogno di pensare che da un’altra parte ci sia qualcosa di più buono e giusto rispetto al mondo in cui viviamo, che è tutto fuorché buono e giusto.
Il viaggio è dunque iniziato, la partenza è stata intensa, la valigia è vuota, pronta per essere riempita. Buon viaggio a me e a tutti i Liceali!
M.A. 1B CL
Immagine tratta da: https://pixabay.com/it/photos/scuola-d-arte-di-atene-raffaello-1143741/
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