Ultimamente, la nostra realtà sociale e culturale sta attraversando diverse ed importanti novità, delle quali la prima riguarda certamente l’istituzione del governo Meloni, e la conseguente copertura della carica di Ministro dell’Istruzione (e del Merito) da parte di Giuseppe Valditara. Chi ha a che fare con l’ambiente scolastico, almeno parzialmente, si sta rendendo conto delle implicazioni di questo mutamento.
Una delle prime manifestazioni di rilievo del Ministro è avvenuta il 9 novembre, con l’invio a tutti gli studenti, mediante le scuole, della “lettera” che avrebbe voluto rappresentare, nell’intenzione dell’autore, un pretesto di riflessione a partire dalla ricorrenza menzionata nello scritto: l’anniversario della caduta del Muro di Berlino, fatto che avrebbe dovuto significare l’evidente ed incontestabile “fallimento del comunismo” (non si rammenta, tuttavia, che nella stessa data si celebra la Giornata mondiale contro fascismo ed antisemitismo, proclamata dalle Nazioni Unite). Dalla lettera (di cui suggerisco la lettura per avere un riscontro diretto rispetto a ciò di cui discorro), emerge - a mio parere - una chiave di presentazione dei fatti che poco ha a che vedere con lo spirito con il quale si dovrebbe affrontare la Storia: l’approccio contestualizzante che ha come primaria prerogativa il possesso di una visione d’insieme - dopo la conoscenza approfondita di ogni argomento - lascia spudoratamente il posto alla sua più netta controparte.
Con questo, intendo che ciò che emerge - apparentemente - dalla lettura della suddetta è una generalizzazione o, meglio, un’”astrazione”, intesa in senso hegeliano: una disamina dei fatti “separati” dalla visione d’insieme, estrapolati da un organico di accadimenti senza dare importanza né all’esattezza storica né alla consecutio propria dei processi di reazione e sviluppo della storia stessa. Ritengo che, indipendentemente dal proprio Credo politico (e dalla conseguente condivisione di determinati “ideali” - mai semplicisticamente univoci quando si allude ad un tema tanto articolato quanto il comunismo, ad esempio), la trattazione di argomenti storicamente e socialmente politici attuata in modo parziale sia deleteria quando c’è in gioco l’apprendimento di nozioni, specie da parte di menti giovani (i destinatari della lettera), che potrebbero non aver ancora avuto la possibilità di interfacciarsi con tali informazioni direttamente ed in modo approfondito.
Certo della reale preparazione del Ministro, il proposito di
questa breve considerazione risiede nel solo tentativo di evidenziare alcune
perplessità, in particolare suscitate da una manifesta veduta unidimensionale
della Storia (discussa dinanzi), un’unilateralità che nel concreto è
inesistente ed appartiene solamente alla deformante propaganda di parte.
Tommaso Profeta, classe VB scie
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