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La Torino anatomica del 1700

Quando si pensa a Torino vengono subito in mente il Museo Egizio, la Mole Antonelliana, la Reggia di Venaria, il museo di Cesare Lombroso. Torino, però, è una città piena di vita e cultura, dove è sempre possibile scoprire qualcosa di nuovo! 

Per chi ha una passione per la biologia e, in particolar modo, per il corpo umano, Torino offre l'opportunità di visitare un museo unico nel suo genere: il museo di anatomia umana di Luigi Rolando.

Quest’ultimo  racchiude secoli di studio anatomico, e grazie alla sua impeccabile conservazione all’interno del palazzo degli Istituti anatomici del 1898, dopo vari spostamenti, è possibile cogliere a pieno lo scopo degli studi anatomici settecenteschi: raccogliere informazioni.


Entrando all’interno della zona del palazzo adibita all’esposizione dei reperti, si nota una parete definita delle “meraviglie”, al suo interno scheletri di infanti, di pipistrello, di vitello mostruoso, e ancora zampe di gallina e modelli in cera accompagnano un grande scheletro di foca.

 

Procedendo all'interno del museo si notano subito due teche di dimensioni estremamente differenti dove è conservata  vera ossatura umana: questi appartengono a due uomini con patologie che possono essere considerate opposte.


Nella teca a sinistra vi è lo scheletro di un uomo affetto da nanismo: si può notare la forma peculiare della calotta cranica e l'assenza di punti di giunzioni cartilaginee tra le ossa, necessarie per la crescita di queste ultime.

Nella teca a destra, invece, vi è una particolarmente suggestiva struttura ossea di un uomo affetto da gigantismo alto circa 2,20 metri. Lo scheletro apparteneva ad un ragazzo di soli 19 anni che, a causa della patologia che prevedeva la sua incessante crescita, era costretto a lavorare in un circo come vero e proprio “fenomeno da baraccone”.

Nel corso del XVIII secolo la storia dell’anatomia torinese è caratterizzata dall’ossessivo raccoglimento dei dati al punto che nelle vetrine del Rolando solo presenti centinaia di cervelli essiccati (circa 600), arti essiccati e conservati sotto liquido e varie parti del corpo.


La zona più suggestiva del museo è quella che mostra lo scheletro durante la formazione dell’individuo dal primissimo periodo fino ai due anni circa.

In generale sul museo aleggia una strana energia, forse ciò è dovuto al fatto che  per conservare l’integrità delle teche non sono state aggiunte particolari illuminazioni moderne, oppure perché è molto insolito essere circondati da parti anatomiche di persone reali e non solo modelli in cera e immagini.

Alla fine della visita viene da porsi un’interessante domanda: "Nel corso dei secoli quale, tra il museo Rolando e Lombroso, ha ottenuto più successo?"

La risposta è sicuramente il museo Cesare Lombroso, poiché all’epoca non tutti erano in grado di interpretare le scoperte scientifiche scritte in unica lingua e la ricerca scientifica non era sufficiente per contrastare le varie edizioni in diverse lingue delle scoperte di Lombroso.

Tuttavia, il museo Rolando è, ad oggi, uno dei musei scientifici più belli e particolari d'Italia poiché uno dei pochi musei scientifici settecenteschi rimasti praticamente inalterati nell’allestimento originale.

 

A. N.         V B Liceo Scientifico        


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