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La bellezza su una pagina

La calligrafia è propriamente la disciplina che si occupa di insegnare a tracciare una scrittura regolare ed elegante, e questo si ritrova nella radice del suo nome: kalòs è infatti la parola che indica il “bello” in greco antico, che in “calligrafia” è unita al verbo gràpho, “scrivere”. In sintesi, per calligrafia si intende l’arte di scrivere con precisione e bellezza. Questa pratica si è diffusa nel corso della storia in tantissime civiltà diverse, anche molto distanti tra loro geograficamente, principalmente con funzioni artistiche o religiose.

La calligrafia occidentale, risalente ai Greci e ai Romani, si sviluppò nell’età romanica e con il Gotico durante il Medioevo. Questo periodo, in particolare, produsse numerosi manoscritti miniati ad opera dei monaci amanuensi. I libri scritti e decorati a mano finirono per diventare meno comuni dopo l’invenzione della stampa da parte di Johannes Gutenberg, ma dalla fine del Quattrocento si diffusero i primi manuali per imparare a scrivere in corsivo, tra cui quello dell’italiano Ludovico degli Arrighi, che compose l’Operina da imparare di scrivere littera cancellarescha nel 1522.

Nel diciassettesimo secolo la calligrafia venne poi modificata dal barocco, che introdusse lettere più rotonde. In questo periodo, i due “font” di scrittura più usati erano quello francese, la cursive françoise, e quello italiano, che finì per prevalere. Nel frattempo, in Inghilterra venne messa a punto la corsiva inglese, e in Germania la Fraktur.


Spostiamoci ora in Estremo Oriente, perché qui la calligrafia è considerata ancora oggi un’arte estremamente importante e la più raffinata forma di pittura. Il metodo tipicamente usato in queste zone prevede l’uso di pennelli e inchiostro, ed esso influenzò, tra le altre cose, lo stile di pittura ad inchiostro e acqua, il sumi-e. In Giappone, dove la pratica della calligrafia è detta shodō (“via della scrittura”), ne esistono vari stili: tensho (stile del sigillo), reisho (stile dei funzionari), sōsho (stile veloce e sintetico), kaisho (stile stampatello) e gyōsho (stile corsivo).



La calligrafia araba, invece, si diffuse grazie alle restrizioni che vietavano l’arte figurativa in campo religioso, per la credenza che essa fosse una forma di idolatria. Di conseguenza, la calligrafia era il maggiore mezzo di espressione artistica, e le scuole calligrafiche facevano parte dell’obbligatorio percorso di studi che dovevano intraprendere gli studenti di teologia. La calligrafia, per i musulmani, è un'espressione visibile dell'arte più alta di tutte, quella del mondo spirituale. 

Nonostante ciò, essa ha trovato uso anche in ambiti non strettamente religiosi. Essa è, ad esempio, collegata all'arte geometrica islamica, l'arabesco. La caratteristica della calligrafia araba è la sua sfarzosità; a volte è così decorata che risulta difficilmente leggibile anche da un occhio esperto, ed è spesso impreziosita con oro e colori sgargianti. Anche qui vi sono vari stili di calligrafia, e specialmente in Turchia, Persia e India erano frequenti anche i calligrammi (disposizioni di parole a formare figure).

E oggi?
Oggi l’arte della calligrafia è più viva che mai, dalla moda del lettering al corsivo. Il lettering è la pratica, diffusa anche grazie ai social, di scrivere parole e frasi in modi eleganti, ordinati e colorati, mentre riguardo il corsivo sono stati recentemente provati i benefici a livello mentale di scrivere lettere che – in modo simile ai pensieri – si connettono l’una all’altra. 


Pensate: la calligrafia ha giocato un ruolo fondamentale persino nella vita di Steve Jobs. Infatti, il celebre cofondatore di Apple dichiarò di aver seguito un corso di calligrafia e tipografia durante un difficile periodo della sua vita da studente; egli definì la calligrafia come l’arte di usare i caratteri “in un modo che la scienza non è in grado di offrire”, un equilibrio tra ciò che è bello e ciò che è utile. “Se non fossi mai capitato a quel particolare corso,” aggiunse, “il Mac non avrebbe mai avuto stili di carattere multipli né font spaziati in maniera proporzionale.”


Insomma, un semplice corso di calligrafia ha rivoluzionato l’aspetto e la sostanza della nostra tecnologia, e questa è solo una delle prove dell’importanza di tale arte; non per niente, la calligrafia cinese e quella araba sono anche state inserite dall'UNESCO tra i Patrimoni orali e immateriali dell'umanità.

F.D.

2B Classico

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