Le emozioni sono fenomeni complessi che comprendono un’interazione tra fattori soggettivi, quali le idee personali e gli elementi oggettivi, che non dipendono da volere del soggetto agente, attraverso dei sistemi ormonali e che possono dare inizio a esperienze affettive, come sensazioni di piacere o dispiacere. Possono anche dare origine a processi cognitivi e a portare ad un'azione che può essere espressiva, comunicando il proprio stato d’animo, i propri desideri e i propri pensieri. Questi processi cognitivi sono valutati anche dal fine con cui si espletano: se adattivi favoriscono l’adattamento all’ambiente, se disfunzionali se inadeguata al contesto. Le emozioni primarie possono essere classificate in gioia, tristezza, rabbia, disgusto, paura (o ansia) e sorpresa e sono condivise da tutte le persone anche se queste appartengono a culture diverse. Queste emozioni sono alla base di quella che Izard chiama la “teoria differenziale delle emozioni”, una teoria che viene resa pubblica nel 1991, secondo cui le emozioni di base sono presenti nelle persone fin dalla loro nascita, mentre le emozioni complesse emergono nel corso del tempo, quando devono ricoprire un ruolo adattivo. Le emozioni complesse si formano e vengono condizionate nel corso del tempo e comprendono la vergogna, il senso di colpa e l’invidia. Oltre a comunicare con le parole, le emozioni comunicano anche con il corpo, il quale invia messaggi molto più velocemente rispetto alla voce. In ogni tipo di comunicazione, verbale o scritta, sono presenti sei item principali: un emittente (colui che emette un messaggio); un ricevente (colui che riceve un messaggio), un codice (un sistema di regole che permette di associare dei significati a dei segni), un canale fisico (un mezzo fisico che rende possibile il passaggio di informazioni ed implica un apparato fisico che diffonde messaggi codificati), un messaggio (ciò che viene detto attraverso l’uso di un sistema di indicazioni ed è rivolto a un dato destinatario) e, infine, un segno, il quale comporta il fatto che un osservatore tragga inferenze e dia un significato ad un evento. Quando un canale è rappresentato da un dispositivo elettronico, come un telefono, un computer o un tablet, l'interpretazione di un messaggio può avvenire in modo errato e questo accade perché mancando la presenza fisica dell’emittente e del ricevente, quindi manca l’espressione emotiva che avviene attraverso il corpo, rendendo più difficile l’interpretazione del messaggio che l’emittente ha inviato. L'interpretazione di un messaggio in cui le emozioni sono presenti è ancora più complicato, questo perché su un social network si possono manifestare tutti i tipi di emozioni, dalle emozioni di base alle emozioni complesse, attraverso a un solo commento sotto un post su instagram. In questo modo è più facile, soprattutto per gli adolescenti, dimostrare le proprie emozioni perché, essendo assente la presenza dei due interlocutori ed essendo presente un certo distacco emotivo tra essi sottolineato dallo schermo, le persone dimostrano le loro emozioni con più facilità. Attraverso i social, gli adolescenti in particolare si sentono più rassicurati e questo può portare alla conseguenza che, in un futuro sempre più prossimo, il bisogno del faccia a faccia verrà sempre meno, perché esso potrebbe spaventare. Lo spavento nasce dalla paura, inesistente nel mondo digitale ma presentissima nel mondo reale, di non riuscire a riconoscere le emozioni altrui, proprio perché non si riuscirà più a “codificare” i segnali, verbali o paraverbali, che il corpo palesa, degli altri interlocutori.
C.M.
4A COM
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