LA MORTE È FEMMINA
Vorrei fosse chiaro che la violenza non ha nessun motivo per essere meritata: non si provoca, si subisce e basta.
Il colpevole della violenza non è solo l’uomo che la produce, ma anche chi la nasconde, la protegge, la giustifica.
La violenza ha avuto ore e giorni per verificarsi prima dell’atto conclusivo.
Questo, forse, è ciò che mi tramortisce di più: chi non vede, chi nega, chi collude.
Sharon, 18 mesi.
Sembrava che fosse morta rimanendo schiacciata sotto uno scaldabagno, o una stufa, così aveva detto il compagno delle madre, alla nonna che era rientrata in casa ritrovando la piccola incosciente e con del vomito.
Il medico legale di Bergamo a cui è stato affidato l’incarico di eseguire l’autopsia ha rilevato che la piccola è stata ripetutamente picchiata, non solo il giorno della morte, ma anche in precedenza. Ed è stata proprio l’autopsia a far scattare le manette nei confronti del compagno della madre della piccola che è accusato di averla uccisa e violentata.
Antonella, 10 anni.
La sua è un’altra storia di morte. Uccisa da chi? Perché io non credo che una bambina sia in grado di voler uccidere se stessa.
Roberta, 17 anni.
Roberta Siracusa è stata uccisa, bruciata e buttata in un burrone dal suo fidanzato di due anni più grande. È stato lui a condurre i carabinieri nel dirupo dove si trovava il corpo della ragazza. I genitori di Roberta, non vedendo tornare la figlia, ne avevano denunciato la scomparsa, quando l’hanno trovata il corpo era quasi completamente carbonizzato.
Non possiamo nemmeno parlare di violenza sulle donne, perché donne non lo erano ancora, nessuna delle tre.
È solo gennaio e non c’è niente che Sharon, Roberta e Antonella abbiano in comune se non il genere. Se non che siano giovanissime. Se non che siano femmine nel nostro Paese.
D.V.
VB ling.
https://pixabay.com/it/photos/violenza-donne-scarpa-rossa-simbolo-3838238/
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