Passa ai contenuti principali

Il concetto di Superuomo

 Il concetto di Superuomo 


Innanzitutto D’Annunzio durante una delle sue fasi letterarie, utilizza come tema centrale quello del superuomo. 

In questo periodo D’Annunzio travisa il concetto di “Superuomo” di Nietzsche.

Nietzsche sostiene che il “superuomo” sia l’uomo occidentale che è capace di migliorarsi attraverso un processo formativo interiore, esclusivamente appartenente all’uomo stesso. Tramite questo processo, l’uomo sarebbe capace di superare quella morale cristiana che D’Annunzio riteneva un ostacolo per le grandi azioni umane. Quindi, secondo Nietzsche, l’uomo che era capace di migliorarsi e superarsi diventava il “superuomo”, perciò Nietzsche riprendeva il concetto platonico di arethé.

Al contrario, D’Annunzio travisa questo concetto, dicendo che il “superuomo” è un uomo migliore degli altri, e superiore agli altri nel senso di comando politico. In questa forzatura del pensiero nietzschiano di D’Annunzio troviamo quindi un contesto antidemocratico (dove D’Annunzio è superiore agli altri) che Nietzsche non prendeva nemmeno in considerazione e non sosteneva nel suo pensiero (anzi, lui prendeva in considerazione l’arethé platonico, un’idea molto vicina alla repubblica).

Il superuomo dannunziano è quindi un’evoluzione dell’esteta, dove non solo un uomo si sente superiore agli altri, ma ha proprio la voglia di imporsi violentemente sugli altri (D’Annunzio parlava del “diritto di pochi esseri eccezionali di affermare sé stessi”), un po’ la mentalità che ispirerà le dittature del ‘900. L’esteta è quindi come inglobato nel concetto di superuomo, l’esteta è solo il mezzo e la giustificazione per arrivare al superuomo, mentre il superuomo è invece acclamato dalle masse, ed è lo strumento per dominare la realtà, in maniera allo stesso tempo violenta e raffinata. Non a caso è proprio D’Annunzio che consiglia e dona l’ispirazione per il partito fascista (mentre gli altri come lui, in Europa, ispireranno le altre dittature del ‘900). Anche il fascismo infatti, come il poeta, giocava molto sull’immagine e sul contrasto violenza-raffinatezza, appendendo manifesti dove l’immagine forte, distruttiva e dominatrice di Mussolini, era affiancata ad un’altra immagine del dittatore stesso che accoglieva dei bambini tra le braccia.

Il superuomo è un vate, cioè un profeta, questo perché lui si pone da solo in una élite, cioè in una dinastia eletta e superiore alle altre, che pretende di sapere cose che gli altri non sanno. Ponendosi nell'elite, D’Annunzio si pone al comando di quelle masse che lui giudica inferiori, in quanto devono seguirlo, acclamare e sottostare alla sua guida, come se fosse un vero e proprio profeta religioso.


A.K 

VB Ling 


Foto: https://pixabay.com/it/illustrations/donna-faccia-held-positivo-1521107/



Commenti

Post popolari in questo blog

“Dica pur chi mal dir vuole. Noi faremo e voi direte”. Canzone delle Cicale

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/vectors/cricket-insetto-cavalletta-pest-47470/ Le fanciulle:  Donne, siam, come vedete,  giovanette vaghe e liete.  Noi ci andiam dando diletto,  come s’usa il carnasciale:  l’altrui bene hanno in dispetto  gl’invidiosi e le cicale;  poi si sfogon col dir male  le cicale che vedete.  Noi siam pure sventurate!  le cicale in preda ci hanno,  che non canton sol la state,  anzi duron tutto l’anno;  a color che peggio fanno,  sempre dir peggio udirete.   Le cicale:  Quel ch’è la Natura nostra,  donne belle, facciam noi;  ma spesso è la colpa vostra,  quando lo ridite voi;  vuolsi far le cose, e poi ...  saperle tener secrete.  Chi fa presto, può fuggire  il pericol del parlare.  Che vi giova un far morire,  sol per farlo assai stentare?  Se v’offende il cicalare,  fate, mentre che potete.   Le fanciulle:  Or che val nostra bellezza, se si perde per parole?  Viva amore e gentilezza! Muoia invidia e a chi ben duole!  Dica pur chi mal dir vuo

BISOGNA COLTIVARE IL NOSTRO GIARDINO” Candido, Voltaire

Immagine tratta dal sito: https://pixabay.com/it/photos/zen-giardino-meditazione-monaco-2040340/ Questa citazione un po' enigmatica, è tratta dal libro molto celebre di Voltaire e riguarda un tema che ancora oggi suscita in noi tante domande: le stesse alle quali Candido, il protagonista, si era trovato a rispondere... nel romanzo vengono contrapposte le idee di due personaggi che simboleggiano  l' eterno scontro tra bene e male: Pangloss, il primo personaggio, aveva un'idea completamente ottimistica del mondo e delle persone, la quale è raccontata in chiave satirica dallo scrittore, in quanto al personaggio che professa questa dottrina e a tutti gli altri, capitano atroci disavventure e catastrofi naturali. L'asserto è così astratto e utopico, da non poter combaciare con il mondo reale e il male che vi è insediato. Questo concetto è ripreso dal manicheo (pessimista) Martin che, contrariamente a Pangloss, pensa che il mondo sia dominato interamente dal male, sia fisico

“Ho sognato che il cervo illeso chiedeva perdono al cacciatore deluso”

Immagine tratta da: https://pixabay.com/it/photos/cervo-dollaro-mattina-natura-1082318/ Questa citazione è tratta da “libro dei sogni” di Jorge Luis Borges; uno scrittore, poeta e filosofo argentino, ritenuto uno degli autori più importanti e influenti del secolo scorso. Tra le sue innumerevoli opere scrive anche il Libro dei sogno .  Quest’opera è una silloge di 113 racconti, citazioni e storie con protagonista il sogno. Ogni storia è indipendente dall’altra e la sua particolarità è che si possono incontrare tra i più vari autori e frammenti di opere già esistenti. Si passa da Ungaretti ad Alfonso X di Castiglia, da Kafka a Caedmon, da personaggi biblici a quelli completamente inventati andando così a formare una specie di enciclopedia su questo meraviglioso e misterioso mondo dei sogni.  Proprio per questa caratteristica che ha, sembra essere una sorta di antologia mancata senza le contestualizzazioni e  le spiegazioni da parte dell’autore. Tocca, infatti, al lettore dargli un signif