Vienna 1865. Franz Xaver Winterhalter dipinge uno dei quadri che renderà immortale e celebre la figura di una delle
donne più importanti delle corti europee dell’800.
L'allora trentatreenne Elisabetta di Baviera si mise in posa per uno dei suoi ultimi ritratti: solo poco tempo
dopo, si sarebbe rifiutata di farsi fotografare o ritrarre, vista la velocità con cui stava invecchiando.
Si dice che il suo fosse un
invecchiamento precoce. La sua bellezza, invece, era nota dappertutto
e Sissi voleva essere ricordata per il suo aspetto da giovane. Passava moltissime ore al giorno a fare esercizio fisico e a curare i lunghissimi capelli,
che la sua parrucchiera Fanny pettinava meticolosamente. Alcune
fonti raccontano che li lavasse con una miscela di tuorli d'uovo e cognac e che la lunghezza e la pesantezza della chioma spesso la portavano
ad avere forti emicranie. Anche il corsetto, ben stretto, le faceva quasi rischiare uno svenimento, ma le dava una vita di appena 50 cm, non uno di più, non uno in
meno. Lo sguardo fisso ed enigmatico, la compostezza, e quella bellezza
che aveva tanto cercato di mantenere il più a lungo possibile l'avevano resero celebre.
Solo un’ultima pennellata... e poi la
storia.
L’anima di Elisabetta, o Sissi, non
poteva nemmeno trasparire da un semplice dipinto. Come scrissero vari storici: “Era facile innamorarsi o rimanere colpiti da una
donna come lei, ma era difficile restarle accanto”. Quell’anima
impressa nelle abili pennellate, che per tanto tempo aveva cercato un rifugio,
ma non l’aveva mai trovato, non si arrese a ciò che la vita le
aveva procurato. In quello sguardo pare esserci ogni sentimento
represso.
Fin dai primi giorni alla corte
viennese, aveva avuto difficoltà ad integrarsi e, forse,
prendersi cura di sé stessa era un modo per sfuggire a tutto quello
che la vita le aveva dato... e tolto. Nulla, proprio nulla le era stato
risparmiato, compresa, poi, la morte di un figlio.
Si pensa a lei come una donna famosa solo per la sua
bellezza, molto vanitosa e in cerca di attenzioni. Non tutti riescono
a vedere che dietro ad figura così complicata c’è
molto di più.
Il dipinto di Winterhalter, però, pare mettere in mostra
principalmente il suo aspetto fisico e non tanto la sua personalità. Nel ritratto, conservato al Belvedere di Vienna, l’imperatrice austriaca sfoggia un
bellissimo vestito bianco che l’avvolge, voluminoso e ricco di
dettagli dorati (il suo vestiario, dopo la morte del figlio Rodolfo,
si tramutò in una serie di abiti neri).
La posa di profilo fa risaltare meglio la figura di una persona alta un metro e
settantadue, e che pesava 50 kg. Sui lunghi capelli, stelle di diamante
a dieci punte, custodite ancora oggi nei musei viennesi. In mano, un ventaglio, come quelli che
userà anni dopo per nascondersi dai fotografi (come testimoniano alcune foto).
Il quadro è stato un punto di riferimento per i film della
trilogia di Ernest Marischka, protagonista la bellissima e
magnetica Romy Schneider, nei panni di una Sissi totalmente diversa
dalla realtà, ma molto apprezzata dal pubblico, che finalmente aveva
trovato una collocazione nell’immaginario collettivo.
Un
mito destinato a non tramontare.
M. A. 1 A Com
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