“I
figli dell'amore sono sempre i più belli”: è l'unica frase
pronunciata dal dottore, che conferma la paura della giovane Annie.
Che sul suo diario annota: “è orribile, sono incinta”.
La
giovane Annie è Annie Ernaux, classe 1940, vincitrice del Premio
Nobel per la Letteratura nel 2022; e la storia, la sua storia, è
quella raccontata ne “L'evento” (L'orma, 2019), romanzo che ha, inoltre,
ispirato un film - "La scelta di Anne" - che nel 2021 ha vinto il Leone d'Oro a Venezia. Un libro che lascia il segno in chiunque lo
legga.
Ottobre,
1963. A Rouen, in Francia, una studentessa di ventitré anni aspetta
che le arrivi il ciclo. I ritardi sono comuni e non si preoccupa più
di tanto. La vita intorno a lei continua come sempre, ma presto
realizza che il ciclo non verrà.
Nel
'63 in Francia l'aborto era fermamente vietato e, in caso di
interruzione della gravidanza, secondo la legge, sarebbero stati
punibili sia la donna incinta che l'autore dell'azione abortiva.
Si
percepisce sin dalle prime pagine del libro il disgusto della
protagonista, prima nei confronti dell'idea di un possibile feto, e
successivamente della certezza del bambino che cresce nel suo ventre.
La prospettiva di abortire non la spaventa: è semplicemente una
prova come tante altre.
Quello
di Ernaux è un resoconto crudo ma realistico. Alcune pagine sono
cosi brutalmente oneste da far star male. Emozioni forti e vere,
semplicemente trascritte su un foglio bianco. Perché espongono
un'epoca in cui la disponibilità sessuale delle ragazze e delle
donne contava tantissimo, tanto da condizionare l'atteggiamento dei
ragazzi nei loro confronti. L'autrice ci racconta di un ragazzo che
studiava nella sua stessa università con cui si confidò, visto che
lavorava in un'associazione che lottava per la libertà della
contraccezione. La sua reazione però fu di quelle che al giorno
d'oggi qualsiasi donna considererebbe disgustosa: la sua espressione
infatti rivelava un certo divertimento, quasi godimento, a scoprire
una ragazza diligente in difficoltà.
Non
fu neanche di aiuto: sembrava solo voler restare in prima fila ad
attendere il seguito della storia.
Nessun
dottore si scomoda per aiutare la giovane. Il più disponibile le
prescrive delle fiale di calcio e delle iniezioni di estradiolo, che
solo successivamente lei scopre essere un farmaco utilizzato per
impedire gli aborti spontanei. La ragazza quindi, disperata, decide
di liberarsi da sola del “problema”. Non riesce però a
continuare, dato il dolore, e prova angoscia e frustrazione davanti
alla sua inutilità. Compare infine una donna di cui vengono
riportate solo le iniziali, P. R., anche chiamata da Annie la
"Fabbricante d'Angeli", che sarà poi la donna a cui lei
affida ciò che si trova dentro la sua pancia.
L'ultima
metà del romanzo descrive il suo aborto in ogni dettaglio.
Dall'inizio alla fine, in un modo tale da trasmettere ogni singola,
violenta emozione: ansia, terrore, paura e apatia. Un'emozione non
riproducibile in altre parole, se non quelle scritte da Annie Ernaux.
“L'evento”
mostra l'esigenza di denunciare un diritto negato - la scelta
riguardante il proprio corpo – ed evidenzia il giudizio delle
persone esterne all'esperienza di vita della protagonista. Non è
semplicemente il racconto doloroso di un'interruzione di gravidanza,
ma si propone anche di dar voce a tutte le donne che ancora oggi non
possono scegliere cosa fare del proprio corpo e della propria vita,
una violenza davanti alla quale nessuno dovrebbe rimanere
indifferente.
J. J. A. 3 B Scientifico
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