Cosa c'entra la moda con la Giornata della Memoria?
Perché oggi è stata programmata l'uscita di una rubrica così frivola, quando ci sarebbero ben altri argomenti da affrontare?
Ebbene, anche chi si occupa di moda può cambiare il mondo, non solo con il suo lavoro, ma soprattutto con le sue azioni.
Questa è la storia di una donna bassa di statura ma con una grande voglia di vivere, che nel 2000 è stata insignita del titolo di Giusta tra le Nazioni dallo Yad Vashem, per aver salvato un’intera famiglia ebraica dalla deportazione durante la Seconda guerra mondiale.
Stiamo parlando della stilista italofrancese Carmen De Tommaso, meglio conosciuta come Marie-Louise Carven, fondatrice del’omonima maison.
Nata nel 1909 a Châtellerault, nella regione francese della Vienne, era figlia dell’editore italiano André de Tommaso e della francese Louise Piérard.
A causa della sua statura, non riuscendo a trovare vestiti che la valorizzassero, negli anni ’20 iniziò a confezionarseli da sola: è così che nacque la sua passione per la moda.
Aprì così un atelier sotto consiglio delle sue amiche, ovvero le sue primissime "clienti", e nel 1941 approdò anche a Parigi con il suo primo negozio di haute couture, divenendo celebre per la sua capacità di valorizzare la donna minuta ed esile, come lei.
I suoi erano abiti semplici, senza imbottiture o ornamenti che li appesantiscano, con la vita stretta grazie a una serie di pinces e la linea delle spalle allungata da piccole maniche.
A darle il successo fu Ma Griffe, un abito bianco a righe verdi realizzato per la sua prima collezione, e il profumo dallo stesso nome.
La firma della stilista divenne così il colore verde, a partire da questo modello, che segnò il suo successo.
La designer di 21 anni assunse il sarto ebreo Henry Moise Bricianer per cucire i vestiti, che a causa della legislazione anti ebraica era stato costretto a chiudere il proprio negozio.Ai tempi Bricianer viveva con la moglie e i cinque figli nel quartiere della boutique di Carven, ma il 17 novembre 1943 due poliziotti vennero ad avvertire la famiglia che due giorni dopo sarebbe stato previsto un rastrellamento. Quando Madame Carven apprese la notizia, si offrì immediatamente di ospitare Henry nel suo laboratorio, fece in modo che sua moglie Regina e due dei suoi figli, Nicole e Philippe, rimanessero con suo zio, mentre un'altra figlia, Jacqueline, fu sistemata con sua madre e la zia, Madame Bovriven. I due figli adulti, invece, si nascosero altrove.
Al termine della Seconda Guerra Mondiale, Carmen De Tommaso creò il suo pseudonimo, dalla dalla crasi del suo stesso nome Carmen con il cognome di sua zia, Madame Bovriven, che l'aveva aiutata a nascondere i componenti della famiglia Bricianer: nacque così Marie-Louise Carven.
Decise di chiamare così anche la sua nuova maison, fondata con il suo primo negozio sul Rond-Point degli Champs Elysées nel 1945, all’età dei 35 anni.
I suoi modelli esaltavano soprattutto le donne piccole di statura, e interpretavano la voglia di leggerezza, freschezza e disinvoltura del dopoguerra.
Marie-Louise conquistò tutte le giovani star francesi dell’epoca, tra cui Édith Piaf, Martine Carol, Daniele Delorme, Leslie Caron e si afferma tra i grandi couturier dell’epoca, ma si distinse per la sua allegria e buon umore.
Divenne, quindi, parte di una generazione di couturier eccelsi, considerati dei veri e propri miti, come Christian Dior, Coco Chanel, Pierre Balmain e Elsa Schiaparelli.
Marie lasciò la creazione nel 1993, all’età di 84 anni, già vedova di Philippe Mallet, fratello dell’architetto Robert Mallet-Stevens, e poi del collezionista svizzero René Grog.
Oggi, mentre la direzione artistica è passata a vari direttori artistici, fino ad arrivare nel 2017 a Serge Ruffieux per le collezioni femminili, accanto a Barnabé Hardy per quelle maschili, di Marie-Louise rimangono immortali i consigli di moda, le massime essenziali per le donne piccole come lei, come quello di "evitare il colore nero perché rende ancora più nani" (cit.) e di ricorrere a stampe eccentriche.
Ciò che però verrà maggiormente ricordato, sono il suo altruismo e la sua ferma determinazione per aver salvato la famiglia Bricianer dagli orrori della Shoah.
T. G. VB Ginnasio
S. P. IA Liceo Linguistico
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